Il pugile Billy Hope (Jake Gyllenhaal) è all'apice del successo quando la moglie (Rachel McAdams) viene uccisa sotto i suoi occhi. Per l'uomo inizia un periodo di grave declino: il manager (Curtis ‘50 Cent' Jackson) lo abbandona e sua figlia Leila (Oona Laurence) è allontanata dai servizi sociali a causa del comportamento violento dello stesso Billy. Un nuovo allenatore (Forest Whitaker) lo rimetterà in sesto, facendogli riassaporare il successo.
La fiera delle ovvietà: si può definire così Southpaw – L'ultima sfida, film che segue tutti gli stereotipi dei titoli a sfondo pugilistico, e non solo. Stantia storia in cui il protagonista passa “dalle stelle alle stalle” e viceversa, la pellicola ricalca cliché e convenzioni di tante opere precedenti, non riuscendo mai a dire qualcosa di nuovo e faticando, così, anche a intrattenere nel modo giusto. La scolastica messinscena di Fuqua e l'inconsistente sceneggiatura di Kurt Sutter sono soltanto i due difetti principali di un film che rimane (anche) vittima di un cast altalenante (sopra le righe Gyllenhaal, svogliato Whitaker) e di un'eccessiva dose di retorica che viene sparsa abbondantemente lungo tutta la visione. Evitabile.