Il fanatico hacker John Geiger (Willem Dafoe) prende possesso della Seabourn Legend, lussuosa nave da crociera in viaggio ai Caraibi, manomettendone il sistema informatico che lui stesso avevo creato. Toccherà al poliziotto Alex (Jason Patrick), a bordo insieme alla fidanzata Annie (Sandra Bullock), sventare l'atto terroristico e salvare centinaia di passeggeri.

Tre anni dopo il fortunato Speed (1994), Jan de Bont ci riprova e sforna un seguito che però fallisce sotto tutti i punti di vista. Nel replicare la formula vincente del capitolo precedente, il regista olandese si limita a una goffa e prolissa giustapposizione di scene action annacquate da inserti ironici fuori luogo (concentrati perlopiù nel personaggio di Annie, ancora una volta al centro di una lotta all'ultimo secondo, suo malgrado) e da una significativa componente "rosa" incentrata sulle effusioni tra la Bullock e Jason Patrick (molto meno credibile come agente speciale rispetto a Keanu Reeves, protagonista dell'episodio precedente, che ha rifiutato la parte). Dafoe, villain dall'appeal ai minimi storici, è la parodia di se stesso. Il senso di dinamicità, teoricamente alla base dell'operazione, è in realtà subordinato a un'ambientazione claustrofobica decisamente convenzionale. Rimane lo spettacolare catastrofismo dell'ultima mezz'ora, con la nave fuori controllo che procede inarrestabile distruggendo tutto ciò che incontra prima di fermarsi sulla terra ferma. La sequenza dell'idrovolante è presa pari pari da 007 – Vendetta privata (1989). Razzie Award come peggior remake o sequel. Un disastro.