The Startup – Accendi il tuo futuro
2017
Paese
Italia
Genere
Biografico
Durata
97 min.
Formato
Colore
Regista
Alessandro D'Alatri
Attori
Andrea Arcangeli
Paola Calliari
Matilde Gioli
Luca Di Giovanni
Matteo Leoni
Guglielmo Poggi
Matteo Achilli (Andrea Arcangeli), diciottenne romano, è esasperato dall’ennesima ingiustizia subita e decide di inventare un social network per dare una svolta alla sua vita. L’obiettivo del suo progetto è fare incontrare domanda e offerta di lavoro in modo innovativo: in breve tempo acquisterà fama, popolarità, prestigio e soldi.
Ispirato alla vera storia del fondatore di Egomnia, conosciuto come il “Mark Zuckerberg italiano”, The Startup – Accendi il tuo futuro guarda esplicitamente all’inarrivabile The Social Network (2010) di David Fincher, incentrato proprio sulla nascita di facebook. Non è, naturalmente, però il paragone con il film di Fincher il problema principale di questo lungometraggio derivativo e poco centrato: la sceneggiatura non riesce mai ad approfondire adeguatamente i tanti temi che vuole trattare (dalla meritocrazia ai rapporti familiari e sentimentali del protagonista) e l’unico personaggio cui sembra interessata è proprio quello di Achilli. Tutti gli altri, seppur di contorno, sono macchiette senza profondità, costruiti grossolanamente e interpretati con scarsa intensità. D’Alatri, che torna alla regia di un lungometraggio sette anni dopo Sul mare (2010), si muove come un pesce fuor d’acqua, in grave difficoltà nel dare alla sua pellicola il giusto ritmo e punta su pessimi intermezzi musicali simili a videoclip forzatissimi e mai necessari. Un film evitabile, per non dire di peggio.
Ispirato alla vera storia del fondatore di Egomnia, conosciuto come il “Mark Zuckerberg italiano”, The Startup – Accendi il tuo futuro guarda esplicitamente all’inarrivabile The Social Network (2010) di David Fincher, incentrato proprio sulla nascita di facebook. Non è, naturalmente, però il paragone con il film di Fincher il problema principale di questo lungometraggio derivativo e poco centrato: la sceneggiatura non riesce mai ad approfondire adeguatamente i tanti temi che vuole trattare (dalla meritocrazia ai rapporti familiari e sentimentali del protagonista) e l’unico personaggio cui sembra interessata è proprio quello di Achilli. Tutti gli altri, seppur di contorno, sono macchiette senza profondità, costruiti grossolanamente e interpretati con scarsa intensità. D’Alatri, che torna alla regia di un lungometraggio sette anni dopo Sul mare (2010), si muove come un pesce fuor d’acqua, in grave difficoltà nel dare alla sua pellicola il giusto ritmo e punta su pessimi intermezzi musicali simili a videoclip forzatissimi e mai necessari. Un film evitabile, per non dire di peggio.
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