Stazione Termini
1953
Paesi
Italia, Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
90 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Vittorio De Sica
Attori
Jennifer Jones
Montgomery Clift
Gino Cervi
Richard Beymer
Paolo Stoppa
Memmo Carotenuto
Gigi Reder
Maria Pia Casilio
Roma. La statunitense Mary Forbes (Jennifer Jones), madre, coniugata e benestante, si innamora, ricambiata, di Giovanni Doria (Montgomery Clift), giovane italo-americano. Il rapporto è però messo in crisi dalle convenzioni sociali, che spingeranno la donna a una decisione definitiva. Dramma sentimentale diretto da Vittorio De Sica, che tenta una contaminazione tra verismo italiano e grandeur americana: sceneggiatura di Cesare Zavattini (da un suo soggetto originale), Luigi Chiarini e Giorgio Prosperi, collaborazione (scarsa, in verità) di Truman Capote ai dialoghi, produzione di David O. Selznick (magnate nonché marito della protagonista Jennifer Jones). Il risultato è un retorico melò incentrato sull'adulterio e sulla sotterranea lotta di classe (occasione per denunciare le ipocrisie borghesi), che mira all'esaltazione della crisi coscienziale destinata a risolversi (ça va sans dire) con il ritorno all'ordine moralmente prestabilito. Confusione imperante e prove attoriali assai poco incisive (totalmente spaesato Montgomery Clift), anche se alcune caratterizzazioni (la varia umanità che ruota intorno a Termini) sembrano abbandonare la superficie e virare a punte neorealiste. Un'occasione mancata: De Sica, in ogni caso, padroneggia lo stile con notevole abilità, grazie soprattutto alla splendida fotografia di G. R. Aldo. Particine per Paolo Stoppa (un viaggiatore), Mammo Carotenuto (un ladro) e Gigi Reder (lo sposo); musiche di Alessandro Cicognini.
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