Alicia (Norma Aleandro) è un’insegnante di storia sposata con un influente avvocato (Héctor Alterio). Hanno una figlia adottiva, Gaby (Analia Castro), e mentre la dittatura militare sta per cadere, Alicia vuole scoprire la verità sulla famiglia della piccola.

Il film succede di pochissimo la caduta della giunta militare al potere (1983), ed è un forte atto d’accusa verso la dittatura che passò a futura memoria soprattutto per i suoi desaparecidos. La storia ufficiale è quella plagiata dal potere e censurata, e Alicia andrà contro i suoi interessi per svelare la storia dolorosamente vera e nascosta dall’informazione di regime. L’operazione è sentitissima e ci sono scelte molto efficaci (il Leitmotiv di En el país de Nomeacuerdo di María Elena Walsh, che nasconde sotto la melodia di una canzone per bambini, il dramma di un paese senza punti di riferimento), ma tanti altri passaggi sono eccessivamente didascalici, togliendo mordente e ritmo alla pellicola. Comunque, ottima l’interpretazione del cast, e Norma Aleandro fu meritatamente premiata a Cannes. Dopo aver vinto anche il premio della giuria ecumenica sulla Croisette, fu il primo film argentino a trionfare agli Academy Awards come miglior film straniero.