Stranger Eyes
Stranger Eyes
2024
In sala
dal 14/11
Paesi
Singapore, Francia, Taiwan, Usa
Genere
Thriller
Durata
125 min.
Formato
Colore
Regista
Yeo Siew Hua
Attori
Lee Kang-sheng
Mila Troncoso
Chien-Ho Wu
Vera Chen
Xenia Tan
Una coppia di genitori è in crisi dopo che la loro bambina è scomparsa. Assieme alla nonna cercano in tutti i modi di ricostruire cosa possa esserle successo nei pochi secondi in cui il padre si è distratto mentre giocavano nei giardini pubblici vicino a casa. Una serie di misteriosi dvd recapitati davanti alla porta della loro abitazione porteranno la famiglia e la polizia a scoprire una verità che è ancor più amara da dover digerire.
Il terzo lungometraggio di Yeo Siew Hua (Pardo d'oro a Locarno nel 2018 per A Land Imagined) è sin dalle prime immagini un film sul potere dello sguardo. Oltre ai chiari riferimenti a grandi maestri del passato come Alfred Hitchcock (La finestra sul cortile) e David Lynch (Strade perdute), il regista singaporiano sembra concentrarsi in un primo momento sulle due facce contrapposte del vivere circondati da telecamere: vedere fortemente limitata la propria libertà personale ma avere di contro uno strumento efficace per la risoluzione di drammi come la scomparsa di una bambina. Non si tratta tuttavia solo delle telecamere presenti nelle strade, nei centri commerciali o nei parchi delle grandi metropoli, sono gli occhi digitali delle cineprese a uso domestico o le fotocamere dei telefonini a indagare sui corpi sempre più facili da osservare dei protagonisti. La regia in tal senso costruisce una trama coinvolgente, fatta di incognite, rivelazioni e speranze infrante che tengono lo spettatore costantemente in dubbio sull'esito di una vicenda che rischia a più tratti di sfociare nel ridondante e a cui manca un pizzico di originalità. Il finale regala però allo spettatore una profonda riflessione sull'accettazione del ruolo genitoriale che permette di accogliere il vissuto dei protagonisti grazie a una sensibilità visiva e di narrazione di indubbia qualità. Da segnalare la colonna sonora inusuale per il genere (e per questo particolarmente interessante) realizzata dal compositore belga Thomas Foguenne. Presentato in concorso all'81esima Mostra del cinema di Venezia.
Il terzo lungometraggio di Yeo Siew Hua (Pardo d'oro a Locarno nel 2018 per A Land Imagined) è sin dalle prime immagini un film sul potere dello sguardo. Oltre ai chiari riferimenti a grandi maestri del passato come Alfred Hitchcock (La finestra sul cortile) e David Lynch (Strade perdute), il regista singaporiano sembra concentrarsi in un primo momento sulle due facce contrapposte del vivere circondati da telecamere: vedere fortemente limitata la propria libertà personale ma avere di contro uno strumento efficace per la risoluzione di drammi come la scomparsa di una bambina. Non si tratta tuttavia solo delle telecamere presenti nelle strade, nei centri commerciali o nei parchi delle grandi metropoli, sono gli occhi digitali delle cineprese a uso domestico o le fotocamere dei telefonini a indagare sui corpi sempre più facili da osservare dei protagonisti. La regia in tal senso costruisce una trama coinvolgente, fatta di incognite, rivelazioni e speranze infrante che tengono lo spettatore costantemente in dubbio sull'esito di una vicenda che rischia a più tratti di sfociare nel ridondante e a cui manca un pizzico di originalità. Il finale regala però allo spettatore una profonda riflessione sull'accettazione del ruolo genitoriale che permette di accogliere il vissuto dei protagonisti grazie a una sensibilità visiva e di narrazione di indubbia qualità. Da segnalare la colonna sonora inusuale per il genere (e per questo particolarmente interessante) realizzata dal compositore belga Thomas Foguenne. Presentato in concorso all'81esima Mostra del cinema di Venezia.
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