Baghdad. Il Califfo (Vic Damone), in giro per la città spacciandosi per giardiniere, si innamora perdutamente di Marsinah (Ann Blyth), figlia di uno sgangherato poeta (Howard Keel) tenuto sott'occhio da un perfido Visir (Sebastian Cabot), sposato alla bella Lalume (Dolores Gray). Ingombrante, appariscente e super camp, questo musicarello rappresenta uno dei momenti più bassi della raffinata carriera di Minnelli. Ispirato all'omonimo musical di Broadway del 1953 (che vinse il Tony come spettacolo dell'anno) e all'omonima pièce del 1911 di Edward Knoblock, è una fantasmagoria in Technicolor goffa e poco coinvolgente. Ne escono, piuttosto malconci, il talento visivo del regista e la dolce simpatia dei suoi dotati protagonisti: Howard Keel, Ann Blyth, Dolores Gray, Vic Damone, Sebastian Cabot. Le musiche e il tema di Stranger in Paradise, rifatto da numerosi altri artisti in molteplici cover, restano comunque impresse. Alcune sequenze furono girate da Stanley Donen, per via di precedenti impegni di Minnelli in Europa. Il materiale di partenza aveva ispirato, nel 1944, Kismet di William Dieterle, con una conturbante Marlene Dietrich.