La giovane Daisy (Natalie Wood) incontra un impresario (Christopher Plummer) che la trasformerà in una cantante di successo, ma a caro prezzo: dovrà far internare l'eccentrica madre (Ruth Gordon) in manicomio e fingere che sia morta. L'incontro con Wade (Robert Redford), disinibito viveur con tendenze bisessuali, peggiorerà la situazione. Dura critica dello showbiz che non lesina sulla stigmatizzazione della figura dell'impresario come bieco approfittatore e mungitore di anime sensibili in cambio di fama, Lo strano mondo di Daisy Clover rappresenta uno degli attacchi frontali alla Hollywood dorata da parte dei suoi figli ribelli degli anni Sessanta. Tratto da un romanzo di Gavin Lambert, l'amaro epilogo della starlette che tocca i sogni di gloria per venirne scottata e forse distrutta, è aggressivo nei toni e nella performance disperata della Wood, anche se, forse a causa della censura ancora imperante, non ha il coraggio di andare fino in fondo, relegando molte tematiche scottanti (come la sessualità di Wade) a timidi accenni da interpretare. Tra horror e farsa, la pellicola tocca molti aspetti pericolosi della scalata al successo, forse rischiando di mettere troppa carne al fuoco, seppur nel complesso riesca a veicolare un messaggio forte e affatto consolatorio, nonostante le molte manipolazioni in fase di montaggio dovute alla censura. Per le parti cantate la Wood è stata doppiata da Jackie Ward.