Novembre 2011, a pochi giorni dall'Apocalisse. Una grande speculazione edilizia trasformerà il litorale romano in una nuova Las Vegas. Ma qualcosa andrà storto e rischierà di compromettere l'intera operazione.
Tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, un film corale dove si intrecciano le storie di vari personaggi, carnefici (il “Samurai”, il politico Filippo Malgradi) e vittime (il PR Sebastiano, la escort Sabrina) di un sistema corrotto e brutale, dove per raggiungere i propri scopi si è disposti a fare qualsiasi cosa. Saranno, però, proprio i personaggi esterni a tali giochi di potere a inceppare un meccanismo criminoso e, apparentemente, inarrestabile. Stefano Sollima, grazie anche alla sceneggiatura di Stefano Rulli e Sandro Petraglia, gestisce bene una narrazione non semplice, ma regala pochi veri guizzi (notevole il momento in cui “Numero 8” s'immagina di vedere le luci dei casinò dietro la vetrata di casa sua) e si appoggia eccessivamente alle suggestioni visive e sonore. Se il ritmo è efficace e i personaggi sono scritti e interpretati nel modo giusto, il vero limite sta in una costruzione drammaturgica che carica il finale di responsabilità che non riesce a mantenere: nell'ultimo “giorno”, il simbolismo si fa fin troppo esplicito e grossolano, tanto da farlo risultare il capitolo più debole in assoluto. Le premesse per fare qualcosa di importante c'erano tutte ma, anche a causa di un collegamento un po' pretestuoso con il Vaticano, il risultato è un film semplicemente interessante, che poteva ambire a qualcosa di più. Il titolo fa riferimento a un quartiere della Roma antica in cui il potere e la criminalità s'incontravano segretamente. La colonna sonora (compresa la bella canzone Outro, che accompagna la conclusione) è firmata dal gruppo francese M83.