Un docente in pensione (Henry Fonda) e sua moglie (Katharine Hepburn) passano l'estate in un casolare sul lago, nel New England. La loro tranquillità si interrompe con l'arrivo dell'irrequieta figlia (Jane Fonda) e del suo nuovo compagno (Dabney Coleman). I due, in partenza, lasciano il figlio (Doug McKeon) di quest'ultimo all'anziana coppia. Inizialmente il piccolo è odioso e ineducato; poi, però, nascerà un affetto sincero.

Addolcito dramma su due anime al crepuscolo dell'esistenza, ispirato alla pièce del 1979 dello sceneggiatore Ernest Thompson, diretto con stile discretamente ordinario da Mark Rydell e valorizzato dalle performance titaniche di Henry Fonda e Katharine Hepburn, entrambi straordinari. Un corollario manieristico, ruffiano ma efficace di dolori, conflitti e sentimentalismo. Niente di più che un quadretto made in Usa in odore di teatro filmato, ma la sceneggiatura fa comunque bene il suo dovere e alcuni passaggi sono sinceramente toccanti. Jane Fonda, che lottò per comprare i diritti del testo di origine e trasporlo sul grande schermo per recitare accanto a papà Henry (qui alla sua ultima performance attoriale), scalpita e arranca dietro ai due meravigliosi protagonisti. Tre Oscar: attore protagonista (Fonda), attrice protagonista (Hepburn) e sceneggiatura non originale (Thompson).