Tramonto
Napszállta
2018
Amazon Prime Video
Paesi
Ungheria, Francia
Genere
Drammatico
Durata
142 min.
Formato
Colore
Regista
László Nemes
Attori
Juli Jakab
Vlad Ivanov
Judit Bárdos
Susanne Wuest
Urs Rechn
Budapest, 1913. La giovane Irisz Leiter (Juli Jakab) arriva in città con la speranza di lavorare nel celebre negozio di cappelli un tempo di proprietà dei genitori defunti. Mentre nella cappelleria sono in corso i preparativi per accogliere ospiti della massima importanza, un uomo si reca inaspettatamente da Irisz in cerca di un certo Kálmán Leiter. La giovane si mette così sulle tracce del fratello, il suo unico anello di congiunzione con un passato perduto.

Al secondo lungometraggio dopo il folgorante esordio de Il figlio di Saul (2015), László Nemes conferma il suo incredibile talento confezionando un altro dramma storico che ha molto da spartire con il film precedente, seppur si tratti di un progetto decisamente nuovo e originale. Dopo aver raccontato gli orrori dell'Olocausto, l'autore ci conduce ora agli albori della Prima guerra mondiale, quando l'Europa viveva giorni di costante tensione, pronta a esplodere. Infatti, in anni di grandi innovazioni tecnologiche (come dimostrano le vedute ottiche ottocentesche che anticipano la venuta dello spettacolo cinematografico) la minaccia del conflitto mondiale è incombente e invece che portare il mondo verso un domani migliore lo condurrà al suo tramonto (il sunset del titolo originale). La vicenda individuale di Irisz (alla ricerca di un presunto fratello perduto, esattamente come il figlio del Saul protagonista del primo film) si riflette così nell'inquietudine storica rappresentata con rara sapienza cinematografica, grazie a lunghe inquadrature avvolgenti e labirintiche capaci di disorientare lo sguardo del pubblico per immedesimarlo in un ambiente di fervente violenza pronta a manifestarsi da un momento all'altro. Nemes riesce così a ricreare le tensioni politiche e sociali dell'epoca senza mai mostrarle esplicitamente, ma accarezzandole di striscio per concentrarsi primariamente sulla storia della sua protagonista invece che sulla Storia internazionale. La parabola di Irisz attraversa tutte le classi sociali alla ricerca di una risposta che stenta a palesarsi per via di una disumanità talmente omogenea e costante da non concedere certezze di alcun tipo né ai protagonisti del film né agli spettatori, in una simbiosi perfetta volutamente ricercata che rende il film ancora più apprezzabile. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2018.
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