Svengali (John Barrymore), inquietante maestro di musica, riesce a controllare la mente delle sue allieve grazie all'ipnosi. Con lo stesso metodo, seduce la splendida modella Trilby (Marian Marsh) trasformandola in una grande cantante. Ma non ha fatto i conti con la tenacia e l'amore che prova per lei il giovane pittore Billee (Bramwell Fletcher). Tratto dal romanzo di George L. Du Maurier, adattato da J. Grubb Alexander, Svengali è il primo lungometraggio degno di nota di Archie Mayo, regista discontinuo che ha dato il meglio di sé nella prima metà degli anni Trenta. Il film incuriosisce e sorprende per la commistione di stili e registri differenti, dal melodramma psicologico all'horror di stampo espressionista, esplicitamente richiamato dalle scenografie della prima parte. Il fiore all'occhiello, però, è John Barrymore in una delle performance più impressionanti della sua carriera: il suo Svengali è un essere diabolico ma innamorato, consapevole che solo attraverso i poteri mentali può tenersi stretta la ragazza di cui è infatuato. Tragico e angosciante, è un film che andrebbe riscoperto. Dallo stesso romanzo sono state tratte diverse altre pellicole, sia precedenti che successive al lavoro di Mayo.