Tatami
Tatami
2023
Paesi
Georgia, Usa
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
105 min.
Formato
Bianco e Nero
Registi
Guy Nattiv
Zar Amir Ebrahimi
Attori
Arienne Mandi
Zar Amir Ebrahimi
Jaime Ray Newman
Ash Goldeh
Leila Hosseini (Arienne Mandi) è una forte atleta iraniana che sta disputando i campionati mondiali di Judo a Tbilisi, in Georgia, accompagnata dalla sua allenatrice Maryam (Zar Amir Ebrahimi). Una storica medaglia sembra possibile ma le autorità politiche del loro paese pretendono il ritiro dalla competizione per non dovere affrontare una judoka israeliana, minacciando immediate ritorsioni nei confronti dei familiari rimasti a casa e mettendo le due donne di fronte ad una decisione drammatica ed irreversibile.

Il regista israeliano Guy Nattiv propone un'opera dedicata alla lotta e alla resistenza delle donne iraniane e in particolare delle atlete, nei confronti di un potere autoritario e misogino, che provoca ingiustizie, soprusi e  forti limitazioni delle libertà personali: gli aspetti sorprendenti sono molti a partire dal coinvolgimento di Zar Amir Ebrahimi, già premiata per l'interpretazione di Holy Spider a Cannes 2022, come attrice, coautrice e sostanziale garante della genuinità di un progetto che poteva facilmente scivolare verso la retorica ed un eccessivo schematismo. A parte qualche eccezione di passaggi troppo didascalici, il film risulta invece avvincente ed emozionante, alternando credibili scene di combattimento con parti dedicate al conflitto interiore delle due protagoniste. La regia riesce a rendere molto cinematografico uno sport poco noto come il judo, anche grazie all'utilizzo di un gruppo di atlete di alto livello provenienti da tutto il mondo e lo spettatore si trova immerso in ogni singolo incontro grazie a un dinamico montaggio dove si susseguono primissimi piani, carrellate e campi lunghi. La fotografia in bianco e nero accentua il dramma personale delle due donne e se l'atleta rappresenta la giovane eroina che persegue con ostinazione e determinazione la sua decisione rivoluzionaria, molto più complessa risulta la figura dell'allenatrice, più matura e consapevole della gravità delle conseguenze del loro gesto. L'accostamento di bellezza formale e dolore fisico, di dimensione pubblica e introspezione privata fanno venire in mente un capolavoro come Toro Scatenato, ma anche senza avventurarsi in questo tipo di suggestioni si può tranquillamente sostenere che Tatami sia un'opera riuscita, sia nel suo messaggio di denuncia, sia dal punto di vista estetico ed espressivo. Presentato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2023.
Maximal Interjector
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