Il tè nel deserto
The Sheltering Sky
1990
Paesi
Gran Bretagna, Italia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
137 min.
Formato
Colore
Regista
Bernardo Bertolucci
Attori
Debra Winger
John Malkovich
Campbell Scott
Jill Bennett
Timothy Spall
Paul Bowles
Eric Vu-an
Amina Annabi
1947. La coppia di americani Port (John Malkovich) e Kit (Debra Winger) con l'amico Tunner (Campbell Scott) viaggiano lungo il Nord Africa. L'occasione dovrebbe ravvivare il legame tra i due, ormai in crisi, ma ha l'effetto contrario avvicinando la donna a Tunner. I tre sono destinati a separarsi quando Port si ammala di tifo e Kit si unisce a una carovana di nomadi tuareg attraversando il Sahara.
Seconda grande produzione internazionale per Bertolucci dopo il trionfo de L'ultimo imperatore (1987). Adattamento dell'omonimo romanzo di Paul Bowles, è un viaggio alla scoperta di un universo tanto affascinante quanto misterioso, nonché un percorso introspettivo che porta i tre personaggi principali a interrogarsi su se stessi, sul legame che li lega e a mettere in dubbio certezze e modi di comportamento acquisiti. L'esotismo del film rimane l'elemento superficialmente più incisivo e memorabile (anche grazie alla strepitosa fotografia di Vittorio Storaro), ma Bertolucci firma una delle sue pellicole più complesse, ostiche e criptiche che altro non è che un melodramma privo di romanticismo, una riflessione sull'amore e sul carico di solipsismo che ciascuna relazione sentimentale porta con sé, un'opera profondamente intimista rivestita da una confezione da kolossal. L'apertura verso un mondo esterno ed estraneo, il confronto con una cultura diversa, la messa in discussione di un'idea preconcetta di affettività portano i protagonisti a svolgere un cammino tortuoso, interiore e concreto, accompagnati da un cielo riparatore (questo il titolo originale del libro e del film) attraverso la vastità sconfinata del deserto, due elementi smisurati e statici che esaltano per contrasto i turbamenti, le smanie emotive e le peculiarità individuali dei soggetti coinvolti. Lo scrittore Paul Bowles è la voce narrante e compare in un cameo sul finale. Straordinaria la colonna sonora di Ryūichi Sakamoto e Richard Horowitz.
Seconda grande produzione internazionale per Bertolucci dopo il trionfo de L'ultimo imperatore (1987). Adattamento dell'omonimo romanzo di Paul Bowles, è un viaggio alla scoperta di un universo tanto affascinante quanto misterioso, nonché un percorso introspettivo che porta i tre personaggi principali a interrogarsi su se stessi, sul legame che li lega e a mettere in dubbio certezze e modi di comportamento acquisiti. L'esotismo del film rimane l'elemento superficialmente più incisivo e memorabile (anche grazie alla strepitosa fotografia di Vittorio Storaro), ma Bertolucci firma una delle sue pellicole più complesse, ostiche e criptiche che altro non è che un melodramma privo di romanticismo, una riflessione sull'amore e sul carico di solipsismo che ciascuna relazione sentimentale porta con sé, un'opera profondamente intimista rivestita da una confezione da kolossal. L'apertura verso un mondo esterno ed estraneo, il confronto con una cultura diversa, la messa in discussione di un'idea preconcetta di affettività portano i protagonisti a svolgere un cammino tortuoso, interiore e concreto, accompagnati da un cielo riparatore (questo il titolo originale del libro e del film) attraverso la vastità sconfinata del deserto, due elementi smisurati e statici che esaltano per contrasto i turbamenti, le smanie emotive e le peculiarità individuali dei soggetti coinvolti. Lo scrittore Paul Bowles è la voce narrante e compare in un cameo sul finale. Straordinaria la colonna sonora di Ryūichi Sakamoto e Richard Horowitz.
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