La showgirl da poco madre Mona Leslie (Jean Harlow), sposata al ricco magnate Bob Harrison (Franchot Tone), rinuncia alla sua eredità quando quest'ultimo si uccide, vessato dalla vergogna della famiglia, contrariata dalla sua scelta coniugale. Lei tenta di ricalcare le scene, ma nessuno vuole scritturarla: il suo agente, Ned Riley (William Powell), la aiuterà a risalire la china. Il bel talento della malinconica diva Jean Harlow, prematuramente scomparsa nel 1937 a soli 26 anni, è l'unica ragion d'essere di questa impacciata satira, tra il grottesco e il mélo, che si rifà a un reale accadimento nella biografia dell'attrice (il difficile matrimonio con Paul Bern, che si sarebbe suicidato nel 1932). Opera minore con più di un punto di contatto con il ben più riuscito Argento vivo (1933) dello stesso Fleming, con la Harlow che in maniera più picaresca aveva reso bene le contraddizioni dello showbiz della Hollywood anni '30. Qui le venature drammatiche si rilevano in maniera ingombrante, e a farne scapito è chiaramente il risultato finale: l'opera non ha una vera e propria identità, e si smarrisce senza difficoltà, in fallito equilibrio tra commedia e dramma.