Terapia di coppia per amanti
2017
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
97 min.
Formato
Colore
Regista
Alessio Maria Federici
Attori
Ambra Angiolini
Pietro Sermonti
Sergio Rubini
Franco Branciaroli
Anna Ferzetti
Fulvio Falzarano
Viviana (Ambra Angiolini) e Modesto (Pietro Sermonti) sono amanti, entrambi sposati e con un figlio a testa. I due decidono di rifugiarsi nell'analisi per tentare di comprendere il legame che li unisce.
Dall'omonimo romanzo di Diego De Silva, un film che ha come primo e principale difetto un’implausibilità di fondo a dir poco evidente: non si capisce bene, infatti, perché i due personaggi, per come sono strutturate le rispettive relazioni coniugali, non decidano semplicemente di divorziare per poter stare insieme. Da questo assunto che fatica a rendere credibile l’intera vicenda, si susseguono poi una serie di situazioni narrativamente sempre più improbabili, che rendono quasi impossibile l’empatia che lo spettatore può provare per i personaggi. La sceneggiatura è pigra e non riesce ad approfondire gli aspetti sopracitati e si limita a dare per scontate dinamiche psicologiche che sono tutt’altro che ben strutturate. Con una storia di per sé già così debole, i dialoghi non possono che risultare altrettanto banali e tirati per i capelli, così come non possono incidere le comunque poco apprezzabili interpretazioni dei due protagonisti. Qualche gag di fronte all’analista interpretato da Sergio Rubini è discreta, ma di certo non può bastare ad alzare di molto il livello di un prodotto complessivamente scadente.
Dall'omonimo romanzo di Diego De Silva, un film che ha come primo e principale difetto un’implausibilità di fondo a dir poco evidente: non si capisce bene, infatti, perché i due personaggi, per come sono strutturate le rispettive relazioni coniugali, non decidano semplicemente di divorziare per poter stare insieme. Da questo assunto che fatica a rendere credibile l’intera vicenda, si susseguono poi una serie di situazioni narrativamente sempre più improbabili, che rendono quasi impossibile l’empatia che lo spettatore può provare per i personaggi. La sceneggiatura è pigra e non riesce ad approfondire gli aspetti sopracitati e si limita a dare per scontate dinamiche psicologiche che sono tutt’altro che ben strutturate. Con una storia di per sé già così debole, i dialoghi non possono che risultare altrettanto banali e tirati per i capelli, così come non possono incidere le comunque poco apprezzabili interpretazioni dei due protagonisti. Qualche gag di fronte all’analista interpretato da Sergio Rubini è discreta, ma di certo non può bastare ad alzare di molto il livello di un prodotto complessivamente scadente.
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