Lanna (Michelle Williams), cresciuta in Africa, torna in America per svolgere volontariato in una comunità cattolica per senzatetto. Paul (John Diehl), veterano del Vietnam, dopo l'Undici Settembre svolge un autonomo servizio di ronda per le strade di Los Angeles. I due hanno qualcosa che li unisce, e che li porterà a riflettere sulle rispettive convinzioni. Solo in poche occasioni il cinema di Wenders ha affrontato esplicitamente tematiche politiche o di stretta rilevanza sociale. È riuscito a farlo bene con questo film essenziale e diretto, molto più ancorato alla realtà rispetto ai suoi standard abituali. La tragedia di Ground Zero, modificando per sempre la storia e il panorama della cultura americana, deve aver generato in lui il desiderio di raccontare il paese uscito da quella catastrofe, un'America in cui pulsioni xenofobe e militariste si fanno strada sotto le macerie di una democrazia ferita ma non abbattuta. Riesce a dare corpo a queste contraddizioni l'ottima interpretazione di John Diehl, un vecchio reduce di guerra trasformato dagli attacchi terroristici in psicotico survivalista. Contrapposto al suo personaggio, quello della giovane nipote Lanna, suo esatto negativo ideologico e caratteriale. Nel bel finale le differenze tra i due si specchiano nella comprensione reciproca, per lasciare spazio a un rinnovato patto tra generazioni. Peccato che, tra i tanti pregi, la pellicola risulti eccessivamente prolissa e non sempre efficace al punto giusto. Il titolo del film è lo stesso di una canzone di Leonard Cohen, scritta appositamente per la colonna sonora della pellicola.