La terra della grande promessa
Ziemia obiecana
1975
Paese
Polonia
Generi
Drammatico, Storico
Durata
179 min.
Formato
Colore
Regista
Andrzej Wajda
Attori
Daniel Olbrychski
Wojciech Pszoniak
Andrzej Seweryn
Anna Nehrebecka
Tadeusz Bialoszczynski
Bozena Dykiel
Franciszek Pieczka
Danuta Wodynska
Marian Glinkia
Andrzej Szalawski
Fine Ottocento. Karol Borowiecki (Daniel Olbrychski), giovane nobile di Lodz impiegato come capo ingegnere tessile, progetta di costruire una fabbrica propria e viene aiutato nell'impresa dal tedesco Maks (Andrzej Seweryn) e dall'ebreo Moryc (Wojciech Pszoniak). Grazie a un'informazione carpita da Anka (Anna Nehrebecka), amante di Karol, i tre speculano con successo sul mercato di Amburgo, ma la relazione finirà con il mettere tutti in pericolo.
In questo kolossal potentissimo a livello visivo, Andrzej Wajda mette in scena con crudo realismo gli orrori del capitalismo ottocentesco e, per farlo, sceglie tre protagonisti tutt'altro che positivi, emblematicamente rappresentanti delle tre etnie che hanno segnato la storia della Polonia: un polacco, un tedesco, un ebreo. Negli intenti autoriali c'è la ricerca umanista di guardare ai peccati originali del proprio paese: il popolo e gli operai restano quasi sempre sullo sfondo, sono carne da macello, bocche avide di cibo, corpi da sfruttare e da sopprimere quando diventano insubordinati o inservibili. Suggestiva l'ambientazione nella tetra e polverosa Lodz, fiorente di fabbriche e di commerci e insieme infernale macchina di stritolamento dell'individuo. La scelta più coraggiosa è proprio quella di concentrarsi sui “padroni”, di indagare personaggi oscuri e spregiudicati (giganteggia uno straordinario Daniel Olbrychski), mossi dall'avidità e dall'ambizione di soppiantare i padri, disinteressati al bene comune e a ogni tipo di umanismo sociale. In una narrazione di questo tipo l'eccesso retorico, pericolosamente incombente, è dietro l'angolo, ma Wajda riesce a mantenere la giusta freddezza di fronte alla storia, fotografando senza indulgere (ma senza per questo negarsi) nel pietismo o nel sensazionalismo, lasciando il giudizio all'occhio dello spettatore. Candidato a un Oscar come miglior film straniero.
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