Diventata cieca in seguito a una caduta da cavallo, Sarah (Mia Farrow) è in cerca di tranquillità nella villa di campagna degli zii Betty (Dorothy Alison) e George Baxter (Robin Bailey), in cui vive anche la cugina Sandy (Diane Greyson). Allontanatasi da casa durante un pomeriggio come tanti, al suo rientro Sarah realizza di essere l'unica superstite della furia omicida di un misterioso assassino che ha decimato i suoi cari. La giovane deve scoprire chi sia l'autore dei delitti prima di diventare la prossima vittima. Thriller di ambientazione tipicamente inglese, tutto giocato sull'effetto straniante della menomazione della protagonista, la cui cecità non le permette di vedere la violenza (quasi metafilmica) dilagante ma, allo stesso tempo, la costringe ad affidarsi all'istinto per sopravvivere alla brutale minaccia omicida. Teso e claustrofobico, ma anche limitato nelle invenzioni di regia e nelle variazioni di scrittura, vanta una perfetta Mia Farrow, estremamente credibile nella parte. La partenza in sordina penalizza la pellicola, ma dalla scoperta dei cadaveri in poi, con la protagonista che realizza quanto accaduto, il cambio di passo è notevole. Ansia sempre crescente e dialoghi ridotti al minimo, con il silenzio a simboleggiare uno smarrimento sempre più accentuato. Una pellicola che si dilunga troppo nelle premesse ma che ha il pregio, una volta a regime, di non eccedere in virtuosismi fini a se stessi per veicolare la paura. Conosciuto in originale anche come Blind Terror. Fotografia di Gerry Fisher, musiche di Elmer Bernstein.