A Istanbul, l'ingegnere americano, nonché spia professionista, Howard Graham (Joseph Cotten) è vittima di un attentato da parte di agenti nazisti, ma riesce a salvarsi per miracolo. La protezione di Graham sarà affidata al colonnello Haki (Orson Welles) che fa imbarcare l'americano su una nave pronta a lasciare la Turchia. Ma anche in alto mare Graham si troverà a dover affrontare pericolosi sicari che cercano di ucciderlo e avrà nuovamente bisogno dell'intervento di Haki. Adattamento del romanzo omonimo di Eric Ambler, sceneggiato da quest'ultimo e da Joseph Cotten (con la collaborazione di Ben Hecht e Richard Collins, non accreditati) e co-diretto da Orson Welles che girò parecchie scene, riscrisse alcune pagine di sceneggiatura e disegnò gli storyboard del film: nonostante questo, l'autore di Quarto potere (1941) non venne accreditat. La pellicola è una spy story dai contorni noir in cui il clima bellico e ansiogeno da sospetto continuo dà il la a una costruzione immaginifica che si rifà all'espressionismo e allo stile visivo fastoso tipico del grande regista. La mano di Welles è percepibile soprattutto per la costruzione di inquadrature sempre ricchissime e per un uso espressivo della profondità di campo e degli spazi. Peccato che la narrazione funzioni a corrente alternata e non sia gestita sempre al meglio, tra cali di ritmo e sottotrame sviluppate solo in parte: il risultato finale è comunque un più che discreto intrattenimento, superficiale forse ma a ogni modo decisamente godibile. Divertita la prova di Welles con un trucco che lo fa assomigliare a Stalin. Il film originariamente durava 91 minuti, quindi quasi mezz'ora in più dell'edizione attuale, l'unica sopravvissuta. Esiste anche una (pessima) versione colorizzata. Il soggetto ha ispirato un remake, La rotta del terrore (1975), diretto da Daniel Mann.