Inghilterra, fine Ottocento. Un'umile famiglia di contadini scopre accidentalmente di aver origini nobiliari, essendo legata alla casata normanna dei d'Ubervilles: decide così di inviare in loco l'avvenente figlia Tess (Nastassja Kinski) per richiedere la parentela. L'evento segnerà il destino della ragazza, che finirà divisa tra due uomini follemente innamorati di lei.
Tratto dall'omonimo romanzo d'appendice di Thomas Hardy del 1891, il decimo lungometraggio di Roman Polanski è un diligente e solido adattamento, il cui stile calligrafico conferisce alla lunga pellicola un lento e paziente fascino. Il tipico tratteggio autoriale si fa sentire nella notevole forza drammaturgica che emerge dagli scontri psicologici tra i tre protagonisti e nella sotterranea (nonché pessimistica) tensione narrativa; opera compatta e senza sbavature, ma la scintilla del grande respiro cinematografico non si accende mai. Tre Oscar: miglior fotografia (Geoffrey Unsworth e Ghislain Cloquet), miglior scenografia (Pierre Guffroy e Jack Stephens) e migliori costumi (Anthony Powell). Sceneggiatura di Polanski, Gérard Brach e John Brownjohn.