The Fortress
Namhansanseong
2017
Paese
Corea del Sud
Generi
Storico, Drammatico, Azione
Durata
140 min.
Formato
Colore
Regista
Hwang Dong-hyuk
Attori
Lee Byung-hun
Kim Yoon-seok
Park Hae-il
1636: mentre l’Europa è dilaniata dalla peste e dalla guerra dei trent’anni, in Oriente il regno di Joseon è attaccato dalla dinastia Qing che partendo dalla Manciuria si appresta a conquistare l’intera Cina, dove regnerà fino all'inizio del Novecento. Il re coreano Injo si rifugia nel palazzo fortificato di Namhan in cima ad una montagna, difficile da espugnare, ma facile da isolare, dove viene sottoposto ad un lungo assedio; la gran parte dei suoi consiglieri lo spinge a contrattaccare, confidando nell’arrivo di possibili rinforzi, mentre il solo Ministro Choi (Lee Byung-hun) si sforza di raggiungere una pace dignitosa col nemico.

Prima di diventare celebre in tutto il mondo come ideatore e realizzatore di Squid Game (2021), Hwang Dong-hyuk aveva all'attivo oltre 15 anni di carriera come regista e sceneggiatore dove aveva spaziato tra temi e generi diversi. Il suo quarto lungometraggio del 2017 è certamente il progetto più ambizioso di questo periodo e si inserisce in un fiorente filone di film storici che negli ultimi anni ha portato vari autori ad approfondire numerosi episodi del passato del proprio paese, soprattutto quando si è trovato ad affrontare gli ingombranti vicini cinesi o giapponesi. Non stupisce che queste opere abbiano un grande successo sia di pubblico che di critica in patria mentre siano più difficili da apprezzare per lo spettatore occidentale, a cui mancano molti dei riferimenti storici, politici e culturali necessari. Il chiaro modello di riferimento è costituito dai drammi in costume di Akira Kurosawa, come Kagemusha o Ran, espressamente citato nel bellissimo incipit girato su un lago ghiacciato. Pur non mancando le scene di azione, gran parte della narrazione si concentra sullo sviluppo psicologico dei protagonisti e sugli intrighi di corte (in modo forse un po' schematico). Si tratta di un’opera corale con molte star, ma su tutti risalta il personaggio di Lee Byung-hun, che abbandona i consueti ruoli d’azione e, lavorando in sottrazione, interpreta il Ministro Choi, ricordato nella storia coreana come un traditore che ha sottoscritto una resa umiliante e incondizionata, ma che col suo intervento ha consentito di salvare il proprio paese dalla disfatta e di mantenere in vita il proprio re. Notevole tutto il comparto tecnico, soprattutto la fotografia che alterna con abilità cupi interni a gelidi paesaggi innevati e la minuziosa ricostruzione dell’epoca operata da scenografia, costumi e trucco. Tetra e inquietante colonna sonora di Ryuichi Sakamoto.
Maximal Interjector
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