The Order
The Order
2024
Paesi
Usa, Canada
Genere
Thriller
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Justin Kurzel
Attori
Jude Law
Nicholas Hoult
Tye Sheridan
Jurnee Smollett
All’inizio degli anni Ottanta, una serie di rapine a banche e portavalori prende sempre più piede negli Stati Uniti. Un agente dell’FBI (Jude Law) si mette al lavoro sul caso e poco alla volta riuscirà a collegare i fatti con una fitta rete di terroristi che ha l’obiettivo di intraprendere una vera e propria guerra contro il governo.
Da sempre regista piuttosto altalenante, Justin Kurzel firma in questo caso una pellicola matura e convincente. The Order è un thriller evidentemente ispirato dai fatti a noi più contemporanei (la violenza espressa a Capitol Hill dalla branca più estrema dell’elettorato statunitense risuona ancora nei nostri ricordi) ma completamente immerso nell’immaginario cinematografico degli anni Settanta. Sono tanti infatti i riferimenti alla New Hollywood (in primis a Il cacciatore di Michael Cimino), quando si portavano in scena storie macabre e tenebrose in cui un personaggio solitario via via si inabissava nelle pieghe più oscure di una società che covava, al suo interno, un male sinistro e pronto a esplodere per ribellarsi alla facciata solare e ipocrita dell’apparenza. Se da un lato questo collegamento col passato è affascinante, dall’altro toglie originalità a un prodotto che sa un po’ di già visto, abbastanza prevedibile seppur messo in scena nel modo giusto. Teso e incalzante dal primo all’ultimo minuto, il film ci conduce infatti in un viaggio senza sosta in cui tanto gli affetti quanto i proiettili saranno sempre più incentivati a esplodere. Kurzel è abile a girare le scene di azione (strizzando l’occhio tanto a Michael Mann quanto a David Fincher), ma al tempo stesso non dimentica di donare al suo lungometraggio una patina asfissiante e claustrofobica che restituisce in maniera efficace il clima di tensione odierno legato a una società basata su valori ancestrali più che discutibili. Non è solo questione di razzismo e predominanza culturale: sono i simboli più comuni su cui si è da sempre fondata l’icona statunitense a venire messi sotto accusa (i dollari, le banche, le auto, la caccia, etc.), lasciando intendere un quanto mai necessario e urgente cambio di rotta. Alcune riflessioni in questo senso sono un po’ didascaliche, ma le allegorie sono comunque interessanti e capaci di lasciare spunti su cui pensare al termine della visione. Ottima la prova del cast, soprattutto grazie a un Jude Law raramente così tormentato e a un Nicholas Hoult perfetto nel ruolo di un carismatico leader dal fascino inquietante. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Da sempre regista piuttosto altalenante, Justin Kurzel firma in questo caso una pellicola matura e convincente. The Order è un thriller evidentemente ispirato dai fatti a noi più contemporanei (la violenza espressa a Capitol Hill dalla branca più estrema dell’elettorato statunitense risuona ancora nei nostri ricordi) ma completamente immerso nell’immaginario cinematografico degli anni Settanta. Sono tanti infatti i riferimenti alla New Hollywood (in primis a Il cacciatore di Michael Cimino), quando si portavano in scena storie macabre e tenebrose in cui un personaggio solitario via via si inabissava nelle pieghe più oscure di una società che covava, al suo interno, un male sinistro e pronto a esplodere per ribellarsi alla facciata solare e ipocrita dell’apparenza. Se da un lato questo collegamento col passato è affascinante, dall’altro toglie originalità a un prodotto che sa un po’ di già visto, abbastanza prevedibile seppur messo in scena nel modo giusto. Teso e incalzante dal primo all’ultimo minuto, il film ci conduce infatti in un viaggio senza sosta in cui tanto gli affetti quanto i proiettili saranno sempre più incentivati a esplodere. Kurzel è abile a girare le scene di azione (strizzando l’occhio tanto a Michael Mann quanto a David Fincher), ma al tempo stesso non dimentica di donare al suo lungometraggio una patina asfissiante e claustrofobica che restituisce in maniera efficace il clima di tensione odierno legato a una società basata su valori ancestrali più che discutibili. Non è solo questione di razzismo e predominanza culturale: sono i simboli più comuni su cui si è da sempre fondata l’icona statunitense a venire messi sotto accusa (i dollari, le banche, le auto, la caccia, etc.), lasciando intendere un quanto mai necessario e urgente cambio di rotta. Alcune riflessioni in questo senso sono un po’ didascaliche, ma le allegorie sono comunque interessanti e capaci di lasciare spunti su cui pensare al termine della visione. Ottima la prova del cast, soprattutto grazie a un Jude Law raramente così tormentato e a un Nicholas Hoult perfetto nel ruolo di un carismatico leader dal fascino inquietante. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare