Il Palace Hotel si trova nel bel mezzo di una valle svizzera innevata, dove ogni anno convergono da tutto il mondo ospiti ricchi e viziati. La festa di Capodanno 2000 li ha riuniti tutti in un evento irripetibile. Al servizio delle loro stravaganti esigenze c’è uno stuolo di camerieri, facchini, cuochi e receptionist, pronti praticamente a tutto per accontentarli.
Arrivato a novant’anni di età, Roman Polanski dirige un divertissement grottesco e spensierato, incentrato ancora una volta su quell’ipocrisia borghese che ha spesso raccontato nel corso della sua carriera, fin dall’esordio con Il coltello nell’acqua per arrivare a uno dei suoi lavori più recenti, Carnage. La festa di Capodanno diventa una sorta di atto a ripetere, di coito interrotto (vista anche una sequenza della pellicola), che può richiamare anche il cinema di Luis Buñuel e quell’irriverenza spietata e caustica verso il genere umano che Polanski ha spesso condiviso con l’autore spagnolo. Se vogliamo però andare a pescare il lavoro del regista polacco più simile a The Palace bisogna andare a circa cinquant’anni prima con Che?, film ambientato in una grande villa e con cui condivide, oltre alle tematiche, degli esiti non troppo positivi (ma c'è anche una sorta di autocitazione a un capolavoro come Chinatown). La panoramica d’insieme di The Palace ha momenti divertenti e si percepisce che l’idea alla base era quella di raccontare la paura di un’Apocalisse (il Millennium Bug) che non è avvenuta, collegata invece a un’Apocalisse morale che colpisce buona parte dei personaggi (la salita al potere di Putin vista in televisione è un indizio). Spunti importanti per un film che però risulta forte più sulla carta che nella resa effettiva, vittima di troppi passaggi grossolani e di pretesti dozzinali che vengono sparsi senza troppo equilibro in fase di scrittura. Il risultato è una pellicola in cui il tocco di Polanski si sente (si veda anche l’immagine finale, simile a quella con il criceto del già citato Carnage) ma da lui, chiaramente, non possiamo che aspettarci ben altro. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.