The Palace
The Palace
2023
Paesi
Italia, Polonia, Svizzera, Francia
Generi
Drammatico, Grottesco
Durata
Formato
Colore
Regista
Roman Polanski
Attori
Oliver Masucci
Fanny Ardant
John Cleese
Joaquim de Almeida
Luca Barbareschi
Milan Peschel
Bronwyn James
Fortunato Cerlino
Michelle Shapa
Mickey Rourke


Il Palace Hotel si trova nel bel mezzo di una valle svizzera innevata, dove ogni anno convergono da tutto il mondo ospiti ricchi e viziati. La festa di Capodanno 2000 li ha riuniti tutti in un evento irripetibile. Al servizio delle loro stravaganti esigenze c’è uno stuolo di camerieri, facchini, cuochi e receptionist, pronti praticamente a tutto per accontentarli.

Arrivato a novant’anni di età, Roman Polanski dirige un divertissement grottesco e spensierato, incentrato ancora una volta su quell’ipocrisia borghese che ha spesso raccontato nel corso della sua carriera, fin dall’esordio con Il coltello nell’acqua per arrivare a uno dei suoi lavori più recenti, Carnage. La festa di Capodanno diventa una sorta di atto a ripetere, di coito interrotto (vista anche una sequenza della pellicola), che può richiamare anche il cinema di Luis Buñuel e quell’irriverenza spietata e caustica verso il genere umano che Polanski ha spesso condiviso con l’autore spagnolo. Se vogliamo però andare a pescare il lavoro del regista polacco più simile a The Palace bisogna andare a circa cinquant’anni prima con Che?, film ambientato in una grande villa e con cui condivide, oltre alle tematiche, degli esiti non troppo positivi (ma c'è anche una sorta di autocitazione a un capolavoro come Chinatown). La panoramica d’insieme di The Palace ha momenti divertenti e si percepisce che l’idea alla base era quella di raccontare la paura di un’Apocalisse (il Millennium Bug) che non è avvenuta, collegata invece a un’Apocalisse morale che colpisce buona parte dei personaggi (la salita al potere di Putin vista in televisione è un indizio). Spunti importanti per un film che però risulta forte più sulla carta che nella resa effettiva, vittima di troppi passaggi grossolani e di pretesti dozzinali che vengono sparsi senza troppo equilibro in fase di scrittura. Il risultato è una pellicola in cui il tocco di Polanski si sente (si veda anche l’immagine finale, simile a quella con il criceto del già citato Carnage) ma da lui, chiaramente, non possiamo che aspettarci ben altro. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.


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