The Room Next Door
The Room Next Door
2024
Paese
Spagna
Genere
Drammatico
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Pedro Almodóvar
Attori
Tilda Swinton
Julianne Moore
John Turturro
Alessandro Nivola
Juan Diego Botto
Raúl Arévalo
Victoria Luengo
Alex Hogh Andersen
Esther McGregor
Alvise Rigo
Melina Matthews
Martha (Tilda Swinton), ex reporter di guerra affetta da un cancro all'ultimo stadio, chiede alla sua amica di vecchia data che non vedeva da tempo Ingrid (Julianne Moore), affermata scrittrice, di starle vicino nel momento in cui deciderà di porre fine alla sua sofferenza. La dolorosa vicinanza porterà le due donne a conoscersi meglio.
Al suo primo film in lingua inglese, Pedro Almodóvar adatta per il grande schermo il romanzo Attraverso la vita di Sigrid Nunez e costruisce un intimo racconto che deve gran parte della sua ragione d'essere alla magnetica presenza della coppia Swinton/Moore. Muovendosi in maniera rassicurante all'interno di temi visti più volte all'interno della sua filmografia (la determinazione della figura della donna, il passato con cui fare i conti, il rapporto genitori/figli), il regista spagnolo mette in parte in sordina il suo estro naturale per adeguarsi a un racconto in cui l'importanza della parola, da sempre centrale in Almodóvar, sfocia in una rigida veste illustrativa che forza i personaggi a lunghi e ripetitivi dialoghi. Il fluido classicismo della scrittura trova anche qualche intoppo di troppo, evidenti ad esempio nel maldestro uso dei flashback, ma anche nella scrittura di due personaggi che avrebbero potuto essere maggiormente approfonditi. Col passare dei minuti, però, il film cresce decisamente, rivelandosi non (sol)tanto un lungometraggio sull'eutanasia, ma un crepuscolare percorso sul recupero degli affetti più cari, con la consapevolezza che la sofferenza di oggi possa portare a un nuovo inizio domani. Non mancano momenti di suggestiva poesia (la nevicata rosa) e sequenze dal fortissimo impatto emotivo, alternate però a passaggi più discutibili, tra cui la scelta di far apparire Tilda Swinton in due ruoli diversi. Al solito molto raffinato il riguardo di Almodóvar nei confronti della comunicazione non verbale per arricchire la storia di significativi dettagli, ma funziona bene anche la consueta componente di passionale cinefilia, che qui omaggia in particolare Ingrid Bergman, Roberto Rossellini e Buster Keaton. Senza dimenticare lo struggente contributo di James Joyce e del suo I morti, racconto conclusivo della fluviale raccolta capolavoro Gente di Dublino (1914), portato sul grande schermo da John Huston con il bellissimo The Dead – Gente di Dublino (1987). Leone d'oro alla 81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Al suo primo film in lingua inglese, Pedro Almodóvar adatta per il grande schermo il romanzo Attraverso la vita di Sigrid Nunez e costruisce un intimo racconto che deve gran parte della sua ragione d'essere alla magnetica presenza della coppia Swinton/Moore. Muovendosi in maniera rassicurante all'interno di temi visti più volte all'interno della sua filmografia (la determinazione della figura della donna, il passato con cui fare i conti, il rapporto genitori/figli), il regista spagnolo mette in parte in sordina il suo estro naturale per adeguarsi a un racconto in cui l'importanza della parola, da sempre centrale in Almodóvar, sfocia in una rigida veste illustrativa che forza i personaggi a lunghi e ripetitivi dialoghi. Il fluido classicismo della scrittura trova anche qualche intoppo di troppo, evidenti ad esempio nel maldestro uso dei flashback, ma anche nella scrittura di due personaggi che avrebbero potuto essere maggiormente approfonditi. Col passare dei minuti, però, il film cresce decisamente, rivelandosi non (sol)tanto un lungometraggio sull'eutanasia, ma un crepuscolare percorso sul recupero degli affetti più cari, con la consapevolezza che la sofferenza di oggi possa portare a un nuovo inizio domani. Non mancano momenti di suggestiva poesia (la nevicata rosa) e sequenze dal fortissimo impatto emotivo, alternate però a passaggi più discutibili, tra cui la scelta di far apparire Tilda Swinton in due ruoli diversi. Al solito molto raffinato il riguardo di Almodóvar nei confronti della comunicazione non verbale per arricchire la storia di significativi dettagli, ma funziona bene anche la consueta componente di passionale cinefilia, che qui omaggia in particolare Ingrid Bergman, Roberto Rossellini e Buster Keaton. Senza dimenticare lo struggente contributo di James Joyce e del suo I morti, racconto conclusivo della fluviale raccolta capolavoro Gente di Dublino (1914), portato sul grande schermo da John Huston con il bellissimo The Dead – Gente di Dublino (1987). Leone d'oro alla 81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
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