The Seed of the Sacred Fig
The Seed of the Sacred Fig
2024
Paesi
Iran, Francia, Germania
Genere
Drammatico
Durata
168 min.
Formato
Colore
Regista
Mohammad Rasoulof
Attori
Soheila Golestani
Missagh Zareh
Mahsa Rostami
Setareh Maleki
Iman (Missagh Zareh) è un funzionario governativo che ha appena ricevuto una promozione, mentre a Teheran impazzano i disordini politici. Quando la sua pistola sparisce, sospetta della moglie e delle figlie, imponendo delle misure rigidissime che metteranno a dura prova i legami famigliari.

Quattro anni dopo Il male non esiste, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, Mohammad Rasoulof torna dietro la macchina da presa per un’opera ancora più intensa e brutale, capace di denunciare non soltanto il regime iraniano e i suoi metodi per privare i cittadini della libertà, ma anche la struttura famigliare e il patriarcato. È un potente film sul tema della paranoia, The Seed of the Sacred Fig, pellicola che si apre raccontando proprio le motivazioni che stanno dietro a questo titolo e che si conclude con immagini riprese dal cellulare, capaci di aprire degli spiragli positivi all’interno del contesto estremamente cupo che ha raccontato. I video dei telefonini, incentrati sul mostrare le violenze su cui mente la televisione, sono parte fondamentale di una panoramica che Rasoulof fa (anche) sui media contemporanei all’interno di una sceneggiatura che mette tantissima carne al fuoco, pur riuscendo a mantenere alta l’attenzione per tutti i suoi quasi 170 minuti di durata. Nell’ultima ora c’è forse qualche ripetizione di troppo, ma la rappresentazione di un padre paranoico che crea una prigione domestica per la moglie e le figlie colpisce nel segno, così come tutto questo lungometraggio che scuote e fa riflettere. Scritto con grande cura, tanto nei dialoghi quanto nella costruzione dei personaggi principali, il film ha anche il grande valore aggiunto di avere un cast straordinario, in cui tutti recitano in maniera intensa per portare avanti i fondamentali messaggio che il film vuole trasmettere. Da segnalare che Rasoulof, dopo aver realizzato questo lungometraggio, è fuggito dall’Iran in seguito alla condanna a otto anni per “collusione contro la sicurezza nazionale” e ha potuto presentare il film al Festival di Cannes, dove The Seed of the Sacred Fig ha partecipato in concorso.
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