The Spy Gone North
Gongjak
2018
Paese
Corea del Sud
Genere
Spionaggio
Durata
137 min.
Formato
Colore
Regista
Yoon Jong-bin
Attori
Hwang Jung-min
Lee Sung-min
Corea inizio anni '90: Park Seok-young (Hwang Jung-min) è un ufficiale dell'esercito sudcoreano a cui viene creata una nuova identità come uomo d'affari; l'obiettivo è di entrare in contatto con la struttura che dalla Cina controlla tutte le esportazioni della Corea del Nord e ottenere informazioni riservate sul programma nucleare avviato da pochi anni. Tra Seoul, Pechino e Pyongyang, si svilupperà una intricata trama con ripercussioni politiche, economiche e militari.

Yoon Jong-bin è un autore poco noto in Occidente, che ha affrontato finora generi e argomenti diversi: al suo quinto lungometraggio come regista (qui anche sceneggiatore) raggiunge una piena maturità e confeziona una spy story, ispirata da fatti realmente accaduti, elegante anche se apparentemente convenzionale. Dietro i canoni del genere si racchiude però tutto il dramma di una nazione dilaniata da una sanguinosa guerra civile e dalla susseguente divisione, con una guerra fredda proseguita per decenni e con la minaccia nucleare appena innescata all'epoca dei fatti descritti. Durante gli anni '90 si è compiuta in Corea del Sud una difficile transizione democratica e gli eventi storici e politici si intrecciano con la narrazione che evidenzia le trame oscure messe in atto dalla classe dirigente per mantenere il potere. Malgrado gli inevitabili stereotipi, risultano interessanti e credibili anche le situazioni relative alla Corea del Nord, che proprio in quel periodo, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, ha avviato il processo di isolamento internazionale che ben conosciamo. Al termine del film rimane soprattutto il messaggio di grande vicinanza culturale tra i cittadini di due stati diversissimi che, malgrado l’abisso ideologico che li separa, sentono di appartenere ad un unico popolo. Notevole l’interpretazione del protagonista Hwang Jung-min, capace di cambiare espressione, intonazione e postura nel giro di pochi istanti, togliendosi i panni dell’uomo d’affari affabile e insistente per indossare quelli dell’agente segreto lucido e determinato, il cui personaggio arriverà persino a sostenere una conversazione privata col dittatore Kim Jong-il. Presentato nelle Séances de minuit del festival di Cannes 2018 e vincitore di numerosi premi in patria, tra cui il Blue Dragon 2018 al miglior regista.
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