La tigre di Eschnapur
Der Tiger von Eschnapur
1959
Paesi
Rft, Francia, Italia
Generi
Avventura, Azione
Durata
101 min.
Formato
Colore
Regista
Fritz Lang
Attori
Debra Paget
Paul Hubschmid
Walter Reyer
Claus Holm
Luciana Paluzzi
Valery Inkijnoff
Sabine Bethmann
Primi del ‘900. L'architetto tedesco Harald Berger (Paul Hubschmidt) viene inviato a Eschnapur, India, per ristrutturare il palazzo del marajà Chandra (Walter Reyer). Giunto sul luogo, si innamorerà della danzatrice Seetha (Debra Paget), ricambiato, e scatenerà la gelosia del marajà, anch'egli innamorato della ragazza. Dopo ventiquattro anni di esilio negli Stati uniti, nel 1957 Fritz Lang torna in Germania Ovest e mette mano a un progetto che sognava di realizzare da tempo, ossia un remake de Il sepolcro indiano (1921), film di John May per il quale il regista austriaco si era occupato della sceneggiatura, insieme alla moglie Thea Von Harbou. Forte di un budget considerevole, Lang gira così un kolossal autonomo diviso in due capitoli, La tigre di Eschnapur e Il sepolcro indiano (sempre del 1959), destinato ad avere un grande successo di pubblico ma una travagliata fortuna critica. Salutato in un primo momento come un trionfo del cattivo gusto, spia della perdita dell'ispirazione dell'ormai anziano regista, con gli anni il film venne giustamente rivalutato per la sua “nascosta” modernità: opera caratterizzata da una radicale astrazione, una volontaria negazione dell'approfondimento psicologico dei personaggi e da una sensazione di tematico vuoto pneumatico che fa da contraltare alla confezione lussuosa, esotica e patinata, La tigre di Eschnapur è un film d'avventura anomalo che, per come gioca con le regole di un genere cinematografico in modo assai in anticipo sui tempi, andrebbe paragonato a Rancho Notorious (1952) e Il covo dei contrabbandieri (1955), due delle ultime pellicole di Lang girate in America.
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