Baltimora, 1963: Ernest Tilley (Danny DeVito) e Bill Babowsky (Richard Dreyfuss) non si conoscono, ma entrambi sono venditori di rivestimenti in alluminio che non esitano a ricorrere a bassezze pur di concludere un contratto. In seguito a un piccolo incidente con le loro Cadillac, entrambi decidono di vendicarsi dell'altro, iniziando a competere ossessivamente in ogni ambito. Secondo (dopo A cena con gli amici del 1982) film di Barry Levinson ambientati a Baltimora (città natale del regista), è una pellicola che esplora la cultura a stelle e strisce basata sull'ossessione per il successo attraverso un tono da frizzante e spensierata commedia. Tin Men – 2 imbroglioni con signora riesce a graffiare per l'intera durata, facendosi beffe del mito americano incarnato dai due personaggi principali, gli ottimi Danny DeVito e Richard Dreyfuss. Una rivalità tra “maschi alfa” in competizione sul piano professionale e sentimentale, capaci di piccole vendette e ridicole meschinità pur di affermarsi nei confronti dell'avversario. Un'analisi accurata e mai buonista rimarcata dalla sceneggiatura dello stesso regista, in grado di offrire dialoghi pungenti: non manca qualche passaggio ridondante, ma si può facilmente perdonare. Prezioso cast di contorno: Barbara Hershey, John Mahoney, Seymour Cassel, Bruno Kirby, Jackie Gayle e J.T. Walsh. Azzeccate le musiche dei Fine Young Cannibals, che compaiono nei panni dei musicisti del club abitualmente frequentato dai protagonisti. Il gioco di parole tra il titolo (letteralmente “uomini di latta”), la professione dei personaggi e, volendo, la fissazione che essi hanno per le Cadillac (scatole di latta emblematiche del sogno americano), in italiano rischia di perdersi a causa di un sottotitolo agghiacciante.