To the Wonder
To the Wonder
2012
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
112 min.
Formato
Colore
Regista
Terrence Malick
Attori
Ben Affleck
Olga Kurylenko
Rachel McAdams
Javier Bardem
Tatiana Chiline
Romina Mondello
La passione travolgente tra l'ucraina Marina (Olga Kurylenko) e l'americano Neil (Ben Affleck) raggiunge l'apice a Mont Saint-Michel, splendido luogo della Francia conosciuto come la Meraviglia. I due si trasferiscono in Oklahoma, ma qui iniziano i problemi: Marina e sua figlia non riescono ad ambientarsi, mentre Neil riallaccia i rapporti con una sua amica d'infanzia, Jane (Rachel McAdams), e cerca consiglio da Padre Quintana (Javier Bardem), un prete che sta perdendo la fede.
Dopo The Tree of Life (2011), Terrence Malick si mette nuovamente in gioco in prima persona, raccontando una storia vagamente autobiografica, radicalizzando ulteriormente il suo approccio narrativo che prescinde quasi totalmente dai dialoghi, a favore dei monologhi interiori dei personaggi. Il regista americano, ambientando per la prima volta un suo film in epoca contemporanea, intende parlare delle difficoltà dell'amore, del profondo senso di inadeguatezza che caratterizza tutti gli uomini e sullo smarrimento esistenziale di un'epoca come quella attuale. Ma lo sguardo è, in questa occasione, piuttosto banale, approssimativo e schematico, incapace di trasmettere poesia e profondità da immagini tanto belle (grazie alla mirabile fotografia di Emmanuel Lubezki) quanto vuote, foriere di un estetismo stucchevole. Il risultato è un'opera manierista e ridondante, compiaciuta e sciapa. Non particolarmente felice anche la scelta del cast: spaesato Javier Bardem nei panni del prete in crisi di vocazione, fuori parte Rachel McAdams e Ben Affleck; a sorpresa, a funzionare meglio, è Olga Kurylenko benché il suo personaggio sia monocorde e meno sfaccettato di quanto fosse lecito aspettarsi. Da dimenticare il cameo di Romina Mondello cui è affidato uno dei dialoghi più infelici («Io sono l'esperimento di me stessa») di una sceneggiatura mediocre.
Dopo The Tree of Life (2011), Terrence Malick si mette nuovamente in gioco in prima persona, raccontando una storia vagamente autobiografica, radicalizzando ulteriormente il suo approccio narrativo che prescinde quasi totalmente dai dialoghi, a favore dei monologhi interiori dei personaggi. Il regista americano, ambientando per la prima volta un suo film in epoca contemporanea, intende parlare delle difficoltà dell'amore, del profondo senso di inadeguatezza che caratterizza tutti gli uomini e sullo smarrimento esistenziale di un'epoca come quella attuale. Ma lo sguardo è, in questa occasione, piuttosto banale, approssimativo e schematico, incapace di trasmettere poesia e profondità da immagini tanto belle (grazie alla mirabile fotografia di Emmanuel Lubezki) quanto vuote, foriere di un estetismo stucchevole. Il risultato è un'opera manierista e ridondante, compiaciuta e sciapa. Non particolarmente felice anche la scelta del cast: spaesato Javier Bardem nei panni del prete in crisi di vocazione, fuori parte Rachel McAdams e Ben Affleck; a sorpresa, a funzionare meglio, è Olga Kurylenko benché il suo personaggio sia monocorde e meno sfaccettato di quanto fosse lecito aspettarsi. Da dimenticare il cameo di Romina Mondello cui è affidato uno dei dialoghi più infelici («Io sono l'esperimento di me stessa») di una sceneggiatura mediocre.
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