Viaggio nella città di Tokyo, conosciuta da Wenders attraverso il grande cinema di Yasujiro Ozu ma che di quelle immagini non conserva memoria. Unici testimoni di questo grande passato dimenticato sono Chishū Ryū e Yūharu Atsuta, due tra i più fedeli collaboratori di Ozu che a lui hanno dedicato la vita. A differenza di come spesso viene descritto, non è un documentario cinefilo su Ozu ma un reportage sulla dialettica tra il passato e il presente della città di Tokyo. Il passato è racchiuso nei brani del cinema di Ozu che incorniciano il film e nelle toccanti testimonianze dei suoi collaboratori. Il presente è cercato da Wenders nei recessi della città dove l'alienazione della nuova società nipponica è più palpabile: le frastornanti sale di pachinko, i campi da golf sul terrazzo dei grattacieli, i laboratori dove si modellano forme di cera che riproducono pietanze per le vetrine dei ristoranti. Al termine del viaggio emerge la certezza che il confronto tra cinema del passato e realtà del presente, per profondità e ricchezza di contenuti, si risolve tutto a favore del primo. Tra gli incontri di Wenders nella metropoli nipponica c'è anche quello, quasi incidentale, con l'amico Werner Herzog: pochi minuti essenziali per cogliere tutta la distanza che separa due modi di fare cinema contigui ma molto diversi, come il pellegrinare alla ricerca di immagini mai viste, in scenari inesplorati, di Herzog e l'abbandonarsi dentro contesti urbani, alla ricerca dell'anima delle città, di Wenders.