Al termine della Guerra di Secessione, il sudista O'Meara (Rod Steiger) rifiuta di sottomettersi all'Unione e rinnega la sua identità americana, scegliendo di vivere presso i Sioux. Sposa Mocassini Gialli (Sara Montiel) ed è accettato nella tribù, ma viene coinvolto in uno scontro tra soldati e indiani scoppiato a causa di tradimenti e ottusità.

Ancora prima della svolta revisionista, firmata New Hollywood, di opere come Piccolo grande uomo di Arthur Penn o Soldato Blu di Ralph Nelson (entrambi del 1970), il cinema americano produsse film esplicitamente dalla parte dei Nativi Americani. La tortura della freccia rientra in questo filone e, pur dovendo fare i conti con alcune ingenuità e con i limiti di un budget evidentemente basso, offre uno scorcio della civiltà indiana, rappresentando senza pregiudizi (e senza sconti alle colpe americane) l'incontro tra due culture. Il vero tema al centro di questo film fortemente politico è però la necessità, innata in ogni uomo, di fare i conti con la propria identità. Peccato per la scarsa efficacia delle scene di battaglia e una certa mancanza di ritmo, cui fa eccezione l'elemento suggestivo della “corsa della freccia”. Sara Montiel (qui accreditata come Sarita) è stata la prima attrice spagnola a lavorare a Hollywood. Scritto e prodotto dal regista.