Trenque Lauquen
Trenque Lauquen
2022
Paesi
Argentina, Germania
Genere
Drammatico
Durata
260 min.
Formato
Colore
Regista
Laura Citarella
Attori
Laura Paredes
Ezequiel Pierri
Rafael Spregelburd
Cecilia Rainero
Juliana Muras
Elisa Carricajo
Verónica Llinás
Una donna (Laura Paredes) scompare. Due uomini si mettono in viaggio per cercarla: entrambi la amano. Perché se n’è andata?
Si apre con questo interrogativo Trenque Lauquen, torrenziale lungometraggio prodotto da Pampero Cine, la società argentina che, con pochi mezzi e tantissime idee, aveva già dato vita ad alcuni film importantissimi, come Historias extraordinarias (2008) e La flor (2018), entrambi diretti da Mariano Llinás, una delle figure più importanti del cinema sudamericano del Nuovo millennio, qui in veste di consulente per sceneggiatura e montaggio. La regista Laura Citarella riprende alcuni elementi del suo esordio Ostende del 2011, a partire dall’attrice protagonista Laura Paredes che firma, insieme alla stessa regista, la sceneggiatura di questa pellicola complessa e stratificata. Diviso in due film, a loro volta suddivisi in diversi capitoli, Trenque Lauquen è un prodotto che rimanda ad altri lungometraggi del collettivo del Pampero Cine, soprattutto per il tema delle storie che si intrecciano e di quel gusto di una narrazione sempre libera, capace di sorprendere e di ribaltare aspettative e prospettive di visione. Così come i due uomini con cui si apre il film, anche noi spettatori cerchiamo di scoprire il mistero dietro la scomparsa della protagonista Laura, una biologa che, oltre alle piante, studia storie di donne straordinarie che racconta alla radio, arrivando a voler forse vivere un’avventura pari alla loro. Il primo dei due film è una dichiarazione d’amore sulla ricerca di lettere e misteri che si possono trovare nascosti all’interno delle pagine dei libri antichi: tra mappe da studiare e biblioteche da investigare, questa prima parte crea una connessione tra i personaggi del presente e quelli di un passato celato dentro a diversi volumi. Il secondo film tocca addirittura la fantascienza, facendoci deviare completamente strada e richiamando echi del cinema di Antonioni con passaggi che fanno venire in mente L’avventura e L’eclisse. L’intero progetto è un notevole e impressionante gioco drammaturgico, fatto di attese e di certezze che vengono costantemente smontate, in cui la graduale sparizione di alcuni personaggi diventa anche un grande omaggio alla natura argentina e all’integrazione che si può trovare all’interno di essa. Nonostante la complessità di fondo, Trenque Lauquen è un film straordinariamente godibile e coinvolgente, un gioco dal quale non vorremmo più uscire, valorizzato da musiche di grande suggestione e da ottime interpretazioni attoriali. Un’altra lezione di cinema e di vita da parte del Pampero Cine, in cui le oltre 4 ore complessive non solo non sono mai un peso ma, anzi, si arriva alla fine volendo rimanere ancora all’interno di questo incredibile universo che crede ancora nel potere del grande racconto popolare e dei miti che ne fanno parte.
Si apre con questo interrogativo Trenque Lauquen, torrenziale lungometraggio prodotto da Pampero Cine, la società argentina che, con pochi mezzi e tantissime idee, aveva già dato vita ad alcuni film importantissimi, come Historias extraordinarias (2008) e La flor (2018), entrambi diretti da Mariano Llinás, una delle figure più importanti del cinema sudamericano del Nuovo millennio, qui in veste di consulente per sceneggiatura e montaggio. La regista Laura Citarella riprende alcuni elementi del suo esordio Ostende del 2011, a partire dall’attrice protagonista Laura Paredes che firma, insieme alla stessa regista, la sceneggiatura di questa pellicola complessa e stratificata. Diviso in due film, a loro volta suddivisi in diversi capitoli, Trenque Lauquen è un prodotto che rimanda ad altri lungometraggi del collettivo del Pampero Cine, soprattutto per il tema delle storie che si intrecciano e di quel gusto di una narrazione sempre libera, capace di sorprendere e di ribaltare aspettative e prospettive di visione. Così come i due uomini con cui si apre il film, anche noi spettatori cerchiamo di scoprire il mistero dietro la scomparsa della protagonista Laura, una biologa che, oltre alle piante, studia storie di donne straordinarie che racconta alla radio, arrivando a voler forse vivere un’avventura pari alla loro. Il primo dei due film è una dichiarazione d’amore sulla ricerca di lettere e misteri che si possono trovare nascosti all’interno delle pagine dei libri antichi: tra mappe da studiare e biblioteche da investigare, questa prima parte crea una connessione tra i personaggi del presente e quelli di un passato celato dentro a diversi volumi. Il secondo film tocca addirittura la fantascienza, facendoci deviare completamente strada e richiamando echi del cinema di Antonioni con passaggi che fanno venire in mente L’avventura e L’eclisse. L’intero progetto è un notevole e impressionante gioco drammaturgico, fatto di attese e di certezze che vengono costantemente smontate, in cui la graduale sparizione di alcuni personaggi diventa anche un grande omaggio alla natura argentina e all’integrazione che si può trovare all’interno di essa. Nonostante la complessità di fondo, Trenque Lauquen è un film straordinariamente godibile e coinvolgente, un gioco dal quale non vorremmo più uscire, valorizzato da musiche di grande suggestione e da ottime interpretazioni attoriali. Un’altra lezione di cinema e di vita da parte del Pampero Cine, in cui le oltre 4 ore complessive non solo non sono mai un peso ma, anzi, si arriva alla fine volendo rimanere ancora all’interno di questo incredibile universo che crede ancora nel potere del grande racconto popolare e dei miti che ne fanno parte.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare