Parigi, 1936. Fiodor (Serge Renko), generale russo dell'Armata Bianca in esilio in Francia sposato con la pittrice greca Arsinoè (Katerina Didaskalou), è sospettato di essere filonazista. Dopo intrighi e spostamenti sospetti è costretto a fuggire e ad abbandonare la moglie. Scomparirà nel nulla. Insolita incursione di Rohmer all'interno del territorio a lui poco congeniale della spy-story. Rifiutando qualsiasi adesione alle convenzioni del genere, il regista francese prova a rendere personale una ricostruzione storica ellittica e ben poco coinvolgente, plasmando il suo raffinato intellettualismo su un canovaccio spionistico sui generis. La parola al posto dell'azione, le elucubrazioni eleganti al posto dello spettacolo: se si sta al gioco si può anche entrare in sintonia con la pellicola ma, per i più, sarà un'impresa titanica. Impeccabile caratterizzazione dei personaggi, con la figura di Arsinoè (di cui il film prende il punto di vista) che esalta la consueta attenzione di Rohmer per le figure femminili. Musiche di Dmitri Shostakovich. Presentato in concorso al Festival di Berlino.