Trois amies
Trois amies
2024
Paese
Francia
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
117 min.
Formato
Colore
Regista
Emmanuel Mouret
Attori
Camille Cottin
Sara Forestier
India Hair
Damien Bonnard
Joan (Camille Cottin) non è più innamorata di Victor, ma le fa male pensare di essere disonesta con lui. Alice (Sara Forestier), la sua migliore amica, la rassicura: lei stessa non prova passione per il suo compagno Eric, eppure la loro relazione va a gonfie vele. Non sa che lui ha una relazione con la loro comune amica Rebecca (India Hair). Quando Joan decide finalmente di lasciare Victor e lui scompare, le vite delle tre amiche e le loro relazioni vengono sconvolte.
Dopo Una relazione passeggera (2022), Emmanuel Mouret realizza un’altra commedia sentimentale di chiara matrice alleniana, ragionando con semplicità e autoironia sull’irrazionalità che governa le relazioni amorose e d’amicizia tra esseri umani. Questa volta, al centro del racconto troviamo le vicende che coinvolgono tre amiche: Joan, Alice e Rebecca. Il loro è un solidissimo rapporto di amicizia, in grado di superare qualsiasi tipo di segreto o meschinità personale. La parabola esistenziale di queste tre donne, esseri umani fragili e imperfetti ma che fanno di tutto per diventare delle persone migliori, viene ripresa con sensibilità e delicatezza dalla macchina da presa di Mouret, un regista che da sempre si è interessato a tratteggiare le storie di personaggi fallibili, ma che provano costantemente a rialzarsi dalle proprie cadute. Il regista di Fammi divertire (2009) alterna sapientemente i diversi piani narrativi del racconto restituendoci un’opera in grado di parlare con leggerezza di tematiche complicate tra cui, sicuramente, il perdono, verso gli altri come verso se stessi, sia in amore sia in amicizia. Attraverso una costruzione narrativa corale, omogenea nella sua struttura rapsodica, e il suo tentativo di analisi incentrata su insicurezze e inadeguatezze degli esseri umani rispetto al rapporto con il proprio partner, Trois amies sembra voler citare il Woody Allen di Hannah e le sue sorelle, mantenendo, comunque, una propria identità autoriale. Superate alcune scelte che appaiono decisamente fuori luogo, tra cui una fin troppo struggente presenza fantasmagorica, l’opera di Mouret riesce a emozionare, raccontando le sofferenze e le complessità insite nell’essere umano e la sua assoluta necessità di continuare a vivere assurde e irrazionali relazioni sentimentali. Il motivo, citando proprio Woody Allen, non è forse che la maggior parte di noi ha ancora bisogno di uova? Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Dopo Una relazione passeggera (2022), Emmanuel Mouret realizza un’altra commedia sentimentale di chiara matrice alleniana, ragionando con semplicità e autoironia sull’irrazionalità che governa le relazioni amorose e d’amicizia tra esseri umani. Questa volta, al centro del racconto troviamo le vicende che coinvolgono tre amiche: Joan, Alice e Rebecca. Il loro è un solidissimo rapporto di amicizia, in grado di superare qualsiasi tipo di segreto o meschinità personale. La parabola esistenziale di queste tre donne, esseri umani fragili e imperfetti ma che fanno di tutto per diventare delle persone migliori, viene ripresa con sensibilità e delicatezza dalla macchina da presa di Mouret, un regista che da sempre si è interessato a tratteggiare le storie di personaggi fallibili, ma che provano costantemente a rialzarsi dalle proprie cadute. Il regista di Fammi divertire (2009) alterna sapientemente i diversi piani narrativi del racconto restituendoci un’opera in grado di parlare con leggerezza di tematiche complicate tra cui, sicuramente, il perdono, verso gli altri come verso se stessi, sia in amore sia in amicizia. Attraverso una costruzione narrativa corale, omogenea nella sua struttura rapsodica, e il suo tentativo di analisi incentrata su insicurezze e inadeguatezze degli esseri umani rispetto al rapporto con il proprio partner, Trois amies sembra voler citare il Woody Allen di Hannah e le sue sorelle, mantenendo, comunque, una propria identità autoriale. Superate alcune scelte che appaiono decisamente fuori luogo, tra cui una fin troppo struggente presenza fantasmagorica, l’opera di Mouret riesce a emozionare, raccontando le sofferenze e le complessità insite nell’essere umano e la sua assoluta necessità di continuare a vivere assurde e irrazionali relazioni sentimentali. Il motivo, citando proprio Woody Allen, non è forse che la maggior parte di noi ha ancora bisogno di uova? Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
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