I miei giorni più belli
Trois souvenirs de ma jeunesse
2015
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
123 min.
Formato
Colore
Regista
Arnaud Desplechin
Attori
Quentin Dolmaire
Lou Roy-Lecollinet
Mathieu Amalric
Dinara Drukarova
Cècile Garcia-Fogel
Paul Dedalus (Mathieu Amalric, Quentin Dolmaire) ricorda la sua giovinezza, dalla madre morta prematuramente (Cécile Garcia-Fogel) a un viaggio nel quale fornì un'identità a un altro individuo, passando per il vero, unico, grande amore della sua vita: Esther (Lou-Roy Lecollinet).
Arnaud Desplechin è un regista dal tratto fortemente letterario, abituato a giocare coi rimandi e i sottotesti, a impreziosire il suo cinema di riferimenti di vario genere. Ne I miei giorni più belli, sorta di prequel di Comment je me suis disputé…(ma vie sexuelle) (1996) e nel quale Amalric riprende i panni del personaggio Paul Dedalus (alter ego del regista), non fa eccezione ma, nonostante l'ascendenza primaria del cinema del regista di Racconto di Natale (2008) sia sempre la medesima, è innegabile la capacità del film di costruire uno zibaldone di memorie fresco e vitale, coinvolgente e liberissimo. Ogni elemento obbedisce all'impellenza della nostalgia e perfino i riferimenti culturali (l'Ulisse di Joyce e quello di Omero, la doppia identità di matrice stevensoniana, la dimensione della rimembranza come Odissea biografica e adolescenziale) sono coesi e fortemente motivati, tanto da permeare nel profondo le forze psicologiche e le dinamiche narrative che muovono le azioni dei personaggi, ma anche, naturalmente, i souvenir del protagonista. Dei quali è uno in particolare – quello relativo alla ragazza amata – a occupare la parte più consistente di minutaggio e a costituire la spina dorsale del progetto, facendo da tirante principale per il racconto ma anche precludendo al film tante altre potenzialità che restano monche, a cominciare dalla pista noir del prologo, solo abbozzata, e dalla possibilità di imbastire un flusso di coscienza più radicale e onnicomprensivo del semplice, evidente, omaggio al mondo affettivo, emotivo ed erotico di Truffaut. Quello di Desplechin, presentato alla Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes 2015, rimane comunque un film di una raffinatezza abissale, che estremizza la necessità del ricordo fino a eleggerlo a pulsione basica di un intero modo di stare al mondo e di guardarlo.
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