Trolls World Tour
Trolls World Tour
2020
Paese
Usa
Generi
Animazione, Commedia, Avventura
Durata
90 min.
Formato
Colore
Registi
Walt Dohrn
David P. Smith
Poppy e Branch scoprono che la loro non è l'unica tribù di Troll esistente. Ce ne sono altre 5, e tutte si esprimono con un genere musicale differente.
Attraverso cinque sonorità musicali diverse, ovvero il pop, il funk, la musica classica, il rock e il country, Trolls: World Tour si articola come un invito tutt’altro che velato all’apertura alla diversità per tramite delle infinite, ma comunque codificate, declinazioni possibili delle sette note. Nessuna delle soluzioni proposte, a livello sia visivo che sonoro, colpisce però nel segno, tanto che il film diretto da Walt Drohn e realizzato sotto l’egida della Dreamworks Animation si limita ad accumulare fondali lussureggianti a bella posa e numeri musicali che lasciano il tempo che trovano, con una vena onnicomprensiva che spazia da One More Time dei Daft Punk, cantata dall’attore Anthony Ramos, a I Fall to Pieces di Sam Rockwell passando per i tanti brani di Justin Timberlake. Il canonico messaggio buonista e blandamente pedagogico sull’unificazione e la ricomposizione delle singole alterità non manca nemmeno in questo caso, con oscillazioni che strizzano l’occhio alle mode contemporanee aprendosi tanto al reggaeton quanto a coreografie volutamente strillate e grossolane (senza disdegnare, in territorio hard rock, una comunque gustosa citazione letterale di Mad Max: Fury Road di George Miller). Rispetto al primo capitolo, anch’esso basato sulle Troll Dolls ideate Thomas Wann, non si registrano scossoni significativi e l’ibrido tra I Puffi e i musical alla maniera di Pitch Perfect mantiene un’identità ugualmente cacofonica e derivativa, tendente all’accostamento smodato ma inerte di lampi e suggestioni alquanto vaghe e caotiche. Il target infantile anche in questo caso si fa preponderante ed è solo in direzione di un coinvolgimento canoro dei più piccoli che il sequel si presta a essere incasellato e fruito nel panorama dell’animazione contemporanea, spesso avvezza, anche in ambito DreamWorks, a frequentare ben altri livelli. Nel cast di doppiatori italiani Alessio Bernabei ed Elisa, voci di Branch e Poppy nel primo film, lasciano il posto a Stash e Francesca Michielin, ai quali si aggiungono Elodie e Sergio Sylvestre. Nella versione originale impossibile non segnalare l’apparizione di Ozzy Osbourne al servizio delle corde vocali di Re Trash. Distribuito dalla Universal direttamente in streaming nell’aprile 2020 in conseguenza dell’emergenza Coronavirus.
Attraverso cinque sonorità musicali diverse, ovvero il pop, il funk, la musica classica, il rock e il country, Trolls: World Tour si articola come un invito tutt’altro che velato all’apertura alla diversità per tramite delle infinite, ma comunque codificate, declinazioni possibili delle sette note. Nessuna delle soluzioni proposte, a livello sia visivo che sonoro, colpisce però nel segno, tanto che il film diretto da Walt Drohn e realizzato sotto l’egida della Dreamworks Animation si limita ad accumulare fondali lussureggianti a bella posa e numeri musicali che lasciano il tempo che trovano, con una vena onnicomprensiva che spazia da One More Time dei Daft Punk, cantata dall’attore Anthony Ramos, a I Fall to Pieces di Sam Rockwell passando per i tanti brani di Justin Timberlake. Il canonico messaggio buonista e blandamente pedagogico sull’unificazione e la ricomposizione delle singole alterità non manca nemmeno in questo caso, con oscillazioni che strizzano l’occhio alle mode contemporanee aprendosi tanto al reggaeton quanto a coreografie volutamente strillate e grossolane (senza disdegnare, in territorio hard rock, una comunque gustosa citazione letterale di Mad Max: Fury Road di George Miller). Rispetto al primo capitolo, anch’esso basato sulle Troll Dolls ideate Thomas Wann, non si registrano scossoni significativi e l’ibrido tra I Puffi e i musical alla maniera di Pitch Perfect mantiene un’identità ugualmente cacofonica e derivativa, tendente all’accostamento smodato ma inerte di lampi e suggestioni alquanto vaghe e caotiche. Il target infantile anche in questo caso si fa preponderante ed è solo in direzione di un coinvolgimento canoro dei più piccoli che il sequel si presta a essere incasellato e fruito nel panorama dell’animazione contemporanea, spesso avvezza, anche in ambito DreamWorks, a frequentare ben altri livelli. Nel cast di doppiatori italiani Alessio Bernabei ed Elisa, voci di Branch e Poppy nel primo film, lasciano il posto a Stash e Francesca Michielin, ai quali si aggiungono Elodie e Sergio Sylvestre. Nella versione originale impossibile non segnalare l’apparizione di Ozzy Osbourne al servizio delle corde vocali di Re Trash. Distribuito dalla Universal direttamente in streaming nell’aprile 2020 in conseguenza dell’emergenza Coronavirus.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare