Il ventisettenne Sam (Garrett Hedlund) è il figlio del mitico programmatore Kevin Flynn (Jeff Bridges), scomparso da più di 20 anni. Da diverso tempo sulle sue tracce, Sam trova finalmente il modo per poterlo rivedere: viene catapultato nella realtà virtuale dove ha vissuto suo padre fino a quel momento.
A 28 anni dal cult Tron, la Disney decide di produrre (ad alto budget) un rischioso sequel. Il regista Joseph Kosinski, sostituto di Steven Lisberger, punta tutto sulla profondità del 3D (abbinato al mondo digitale) e sugli effetti speciali (Jeff Bridges viene ringiovanito in maniera credibile). L'apparato visivo è di prima grandezza, così come la suggestiva colonna sonora dei Daft Punk che accompagna l'intera visione. Peccato, però, che la narrazione ricalchi troppo il capitolo precedente e il risultato sia prolisso (eccessivi 127 minuti) e privo di adeguati colpi di scena. Più che un film a tutti gli effetti, lo si potrebbe definire un videoclip di buon livello, lungo due ore e di discreto fascino, seppur privo di una struttura drammaturgica degna di nota.