Tomás (Javier Cámara) parte dal Canada, dove vive da anni, alla volta di Madrid per fare visita all’amico storico Julián (Ricardo Darín), attore affascinante e anticonformista, malato terminale di cancro. Il grande cruccio di Julián è trovare una famiglia che accudisca Truman, il cane con cui vive e che adora, dopo la sua morte: Tomás dovrà aiutarlo nel difficile percorso.

Toccante senza mai sfiorare le corde della retorica, vibrante e assolutamente realistico nell’affrontare un tema così estremo come l’avvicendarsi ineluttabile della morte, Truman – Un vero amico è per sempre è il meritato vincitore di cinque premi Goya (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior attore protagonista e non protagonista). Asciutto e sardonico come il sorriso amaro di Julián, così deciso a non farsi cogliere impreparato da sorella morte, e al contempo dolce e delicato come lo sperduto Tomás, in evidente difficoltà nell’affrontare il calvario dell’amico ma pronto a seguirlo ovunque pur di stargli vicino, è un prodotto di rara sensibilità e una riflessione intensa sui mille risvolti dell’amicizia: quella di lunga data tra Tomás e Julián, separati da migliaia di chilometri ma uniti da un passato condiviso, e quella tenerissima e pura tra Julián e Truman, molosso dagli occhi buoni che sembra solo chiedere di stargli accanto per essere felice. Peccato soltanto per una digressione piuttosto superflua nel rapporto romantico tra Tomás e Paula (Dolores Fonzi), cugina di Julián, avvelenata dal dramma familiare e impotente davanti alla malattia, figura interessante ma poco approfondita, e per l’inutile, sconfortante sottotitolo aggiunto dalla distribuzione italiana. Finale commovente pur senza insistere sui tasti del sentimento.