Da poco lasciato dalla sua fidanzata (Anne Bancroft), un pilota (Richard Widmark) si consola tra le braccia di una baby-sitter (Marilyn Monroe). Ma quest'ultima non è la ragazza solare e serena che lui crede. Curioso incrocio tra melodramma e film noir, la pellicola prende spunto da un romanzo di Charlotte Armstrong di notevole spessore psicologico. Se la regia è piatta e alcuni dialoghi sono incerti, a funzionare è il tratteggio dei personaggi, scritti benissimo e approfonditi a dovere: a colpire, e non può che essere altrimenti, è la ragazza psicolabile e tormentata interpretata da Marilyn Monroe che, nel suo primo ruolo da protagonista, dipinge una figura sexy e inquietante, irresistibile e profondamente malata. È un personaggio che non si vede tutti i giorni, complesso e stratificato: ma la Monroe, sorprendentemente, riesce a renderlo al meglio e regala una delle performance più convincenti della sua intera carriera.