Turner
Mr. Turner
2014
Paesi
Gran Bretagna, Francia, Germania
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
150 min.
Formato
Colore
Regista
Mike Leigh
Attori
Timothy Spall
Dorothy Atkinson
Marion Bailey
Paul Jesson
Lesley Manville
Joseph Mallord William Turner (Timothy Spall), pittore inglese di indubbia fama e grande talento, è uomo di spiccata sensibilità artistica ma anche di bassi istinti animaleschi. Passa molto tempo a contatto coi paesaggi naturali e, rinnegando la sua famiglia, va a vivere a Margate con una donna concreta e amorevole, Mrs. Booth (Marion Bailey).
Il biopic di Leigh è un esempio lampante di accademismo di gran classe, che fa rivivere uno degli artisti cardine della corrente romantica e dell'identità britannica tout court attraverso una messa in scena segnata da innumerevoli squarci lirici, da un gusto pittorico e luministico di impressionante perfezione che sembra quasi scendere sul terreno dell'emulazione diretta, avallata dalle molteplici soluzioni del direttore della fotografia Dick Pope. Leigh e il suo protagonista, un Timothy Spall in gran forma, tutto grugniti e versi, si muovono con naturalezza tra il respingente e il pietistico, tra il burbero e il metafisico, partendo dalla materialità della pittura per parlare dei sistemi di pensiero, economici e antropologici, che andavano a riconfigurare un mondo che stava cambiando a una rapidità impressionante. Quei cambiamenti, di cui Turner fu testimone diretto e che rappresentò nei suoi quadri, sono il motore sotterraneo di un film sfaccettato e pieno di sfumature, che tuttavia non è esente da uno schematismo forse troppo prigioniero di se stesso e della propria impostazione formale, oltre che di uno spirito corrosivo non pienamente sviluppato ed eccessivamente schiavo, in modo prevedibile e insistito, delle connotazioni più acide della personalità del protagonista. L'opera di Leigh sa però prendere il volo con momenti che invertono tale tendenza e che sono a dir poco fiammeggianti, capaci di spaziare dall'osservazione storica venata d'ironia (l'invenzione del dagherrotipo) alla digressione colta, passando per frangenti di pura regia sorretti dalla grazia intellettuale dell'autore. Presentato in concorso al Festival di Cannes, dove Spall si è aggiudicato il premio per la miglior interpretazione maschile.
Il biopic di Leigh è un esempio lampante di accademismo di gran classe, che fa rivivere uno degli artisti cardine della corrente romantica e dell'identità britannica tout court attraverso una messa in scena segnata da innumerevoli squarci lirici, da un gusto pittorico e luministico di impressionante perfezione che sembra quasi scendere sul terreno dell'emulazione diretta, avallata dalle molteplici soluzioni del direttore della fotografia Dick Pope. Leigh e il suo protagonista, un Timothy Spall in gran forma, tutto grugniti e versi, si muovono con naturalezza tra il respingente e il pietistico, tra il burbero e il metafisico, partendo dalla materialità della pittura per parlare dei sistemi di pensiero, economici e antropologici, che andavano a riconfigurare un mondo che stava cambiando a una rapidità impressionante. Quei cambiamenti, di cui Turner fu testimone diretto e che rappresentò nei suoi quadri, sono il motore sotterraneo di un film sfaccettato e pieno di sfumature, che tuttavia non è esente da uno schematismo forse troppo prigioniero di se stesso e della propria impostazione formale, oltre che di uno spirito corrosivo non pienamente sviluppato ed eccessivamente schiavo, in modo prevedibile e insistito, delle connotazioni più acide della personalità del protagonista. L'opera di Leigh sa però prendere il volo con momenti che invertono tale tendenza e che sono a dir poco fiammeggianti, capaci di spaziare dall'osservazione storica venata d'ironia (l'invenzione del dagherrotipo) alla digressione colta, passando per frangenti di pura regia sorretti dalla grazia intellettuale dell'autore. Presentato in concorso al Festival di Cannes, dove Spall si è aggiudicato il premio per la miglior interpretazione maschile.
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