Gestore di un alberghetto malfamato, Franco (Franco Franchi) è vessato dalla moglie (Gina Rovere) che ha una relazione con un uomo (Nicola Arigliano) nascosto in soffitta. Stanco di essere costretto a digiunare e di venir maltrattato, Franco decide di andare a vivere da solo e trova un appartamento sfitto: qui incontra una giovane donna con cui inizia una strana relazione, in cui nessuno dei due sa il nome dell'altro, basata su giochi erotici a decisamente poco ortodossi.

Parodia di Ultimo tango a Parigi (1972) di Bernardo Bertolucci. L'idea più interessante è quella di ribaltare i ruoli rispetto all'originale: l'uomo, dunque, diventa vittima, mentre la donna si fa carnefice. In questo modo Franco Franchi ha la possibilità di dare il meglio di sé in una delle migliori prove della sua carriera, divertita e intelligente per come sa giocare con i propri limiti (fisici e attoriali), sfruttandoli in maniera decisamente funzionale. Ne nasce così un'ironica imitazione antitetica di Marlon Brando in cui l'attore siciliano è assai bravo nel compensare con l'estro e l'inventiva comica la sua carenza di magnetismo erotico. Purtroppo il film non sempre riesce a supportare l'interpretazione di Franchi, soprattutto a causa di una struttura narrativa discontinua in cui spezzoni divertenti si alternano a problematici cali di ritmo. Non mancano comunque i momenti a dir poco esilaranti (la celebre scena del burro rifatta con esiti inaspettati, il monologo di Franco davanti alla moglie che si finge morta, il tango del prefinale), benché il cast di supporto non sempre sia all'altezza della situazione (Franca Valeri nei panni della regista impegnata non convince particolarmente, così come il cantante Nicola Arigliano in quelli dell'amante effeminato) e alla lunga il risultato finale appaia godibile, ma decisamente sfilacciato e meno riuscito rispetto alle sue potenzialità. Grande successo di pubblico e non solo: il critico Goffredo Fofi dichiarò di considerare il film di Cicero nettamente superiore all'originale parodiato. Nel documentario Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio (2004) di Daniele Ciprì e Franco Maresco, lo stesso Bertolucci ha confessato di non aver mai voluto vedere Ultimo tango a Zagarol temendo che fosse migliore del suo film.