Il 25 novembre 1976, alla Winterland Arena di San Francisco, si tenne l'ultima esibizione ufficiale di The Band, mitico gruppo roots rock canadese formatosi negli anni '60. Scorsese intervista i cinque membri e filma l'evento, arricchito dalla presenza dei più grandi artisti dell'epoca.
Molto più di un film-concerto. O, se vogliamo, il film concerto, Woodstock a parte (doc del 1970 al cui montaggio, non a caso, lavorò lo stesso Scorsese). Anzitutto, perché immortala un'eccezionale performance, consacrando un gruppo che, pur iniziando come band di “supporto”, segnò la storia del rock: brani come The Weight o The Night They Drove Old Dixie Down e la parata di star che si alternano sul palco ancora oggi fanno girare la testa agli appassionati del genere. Ma l'importanza dell'opera è dovuta soprattutto alle innovative tecniche utilizzate (sette cineprese in 35 mm, ottima qualità audio ulteriormente affinata dalla recente rimasterizzazione in Dolby) e all'idea del regista di allargare i confini di questa sinfonia audiovisiva, trasformandola in un ritratto romantico e nostalgico dell'America. Così, la musica live lascia spazio ai ricordi e alle confidenze di Robbie Robertson, Levon Helm, Rick Danko, Richard Manuel e Garth Hudson, come al malinconico valzer che apre e chiude il film. Alla fine, il buio inghiotte il palco e cala il silenzio su una band cui piaceva tanto «just making music»: il confine tra rock e cinema, per Scorsese, è labile quanto la corda di una chitarra o il vibrare di un rullante.