Under the Skin
Under the Skin
2013
Paesi
Usa, Gran Bretagna, Svizzera
Generi
Fantascienza, Drammatico
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Jonathan Glazer
Attori
Scarlett Johansson
Jeremy McWilliams
Linsey Taylor Mackay
Dougie McConnell
Paul Brannigan
Una donna di grande fascino (Scarlett Johansson) sfrutta la sua bellezza per adescare uomini tra le strade della Scozia. È in realtà un'aliena che toglierà la vita ai poveri malcapitati.
Per il suo terzo lungometraggio, Jonathan Glazer prende spunto dal bel romanzo omonimo di Michel Faber che, però, rimane soltanto una lontana ispirazione. Diviso nettamente in due parti, il film inizialmente mostra (con eccessiva ridondanza) l'aliena all'opera con le sue vittime; mentre, col passare dei minuti, l'attenzione si sposta sull'identificazione dell'essere extraterrestre con un corpo nuovo (la pelle umana) che tenta faticosamente di comprendere. Glazer, tra i più importanti autori di videoclip degli anni Novanta e Duemila, ha buona mano e regala diverse sequenze estremamente suggestive nella combinazione tra immagini e suoni: lo spazio buio in cui la donna porta gli uomini è un luogo di passaggio verso una morte inesorabile, anticipata dal lento affondamento in una materia liquida nera come la pece. A volte il regista esagera nel voler essere sospeso a tutti i costi, suggerendo poco e mostrando ancora meno, ma sferra alcuni colpi notevoli(ssimi) verso la conclusione, quando la protagonista scopre la sua (non) umanità, simboleggiata dalla presenza di un organo genitale di cui non sapeva l'esistenza. Nel finale, brutale e un po' programmatico, c'è un momento sublime quando l'aliena per la prima volta vede il volto che ha portato per diverso tempo ma che, forse con un filo di malinconia, non le è mai appartenuto davvero. Ingiustamente fischiato alla Mostra di Venezia 2013 dove è stato presentato in concorso, Under the Skin è un prodotto anomalo (o, potremmo dire, alieno) nel panorama cinematografico degli anni Dieci del nuovo millennio: chi avrà la voglia di andare sotto la superficie del film, scoprirà un prodotto curioso, tutt'altro che banale e capace di rimanere impresso a lungo nella mente.
Per il suo terzo lungometraggio, Jonathan Glazer prende spunto dal bel romanzo omonimo di Michel Faber che, però, rimane soltanto una lontana ispirazione. Diviso nettamente in due parti, il film inizialmente mostra (con eccessiva ridondanza) l'aliena all'opera con le sue vittime; mentre, col passare dei minuti, l'attenzione si sposta sull'identificazione dell'essere extraterrestre con un corpo nuovo (la pelle umana) che tenta faticosamente di comprendere. Glazer, tra i più importanti autori di videoclip degli anni Novanta e Duemila, ha buona mano e regala diverse sequenze estremamente suggestive nella combinazione tra immagini e suoni: lo spazio buio in cui la donna porta gli uomini è un luogo di passaggio verso una morte inesorabile, anticipata dal lento affondamento in una materia liquida nera come la pece. A volte il regista esagera nel voler essere sospeso a tutti i costi, suggerendo poco e mostrando ancora meno, ma sferra alcuni colpi notevoli(ssimi) verso la conclusione, quando la protagonista scopre la sua (non) umanità, simboleggiata dalla presenza di un organo genitale di cui non sapeva l'esistenza. Nel finale, brutale e un po' programmatico, c'è un momento sublime quando l'aliena per la prima volta vede il volto che ha portato per diverso tempo ma che, forse con un filo di malinconia, non le è mai appartenuto davvero. Ingiustamente fischiato alla Mostra di Venezia 2013 dove è stato presentato in concorso, Under the Skin è un prodotto anomalo (o, potremmo dire, alieno) nel panorama cinematografico degli anni Dieci del nuovo millennio: chi avrà la voglia di andare sotto la superficie del film, scoprirà un prodotto curioso, tutt'altro che banale e capace di rimanere impresso a lungo nella mente.
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