Unfriended – Dark Web
Unfriended: Dark Web
2018
Paese
Usa
Genere
Horror
Durata
92 min.
Formato
Colore
Regista
Stephen Susco
Attori
Colin Woodell
Stephanie Nogueras
Betty Gabriel
Rebecca Rittenhouse
Andrew Lees
Un ventenne, Matias O’Brein (Colin Woodell), trova nel suo pc una cartella nascosta piena di misteriosi file e finisce nelle pericolose acque del dark web. Una tranquilla chiacchierata su Skype con i suoi amici si tradurrà in una nottata da incubo…
Sulla falsariga del già modesto Unfriended (2014), Unfriended: Dark Web è un sequel che rientra nella categoria di film che si svolgono interamente sullo schermo di un laptop, le cui vicende sono servite da un’estetica a metà tra il thriller convenzionale e lo slasher movie virtuale. La Blumhouse, casa di produzione dietro il progetto, si dimostra ancora una volta molto scaltra nel puntare su operazioni dotate di una grammatica horror ammiccante e fortemente contemporanea, ma l’originalità è davvero prossima al grado zero e i passaggi ansiogeni appaiono ora prevedibili ora forzati. Non c’è più posto per il bullismo contenuto nel primo film, mentre altrettanto spazio è assegnato a Fb, Messenger, alla comunicazione istantanea e alle sue trappole. A latitare, tuttavia, è la capacità di lavorare su dinamiche che vadano oltre il sensazionalismo macabro e pruriginoso. Nell’ambito dei cosiddetti screen life movies molto meglio aveva fatto, dal canto suo, il di poco precedente Searching (2018). Scrive e dirige Stephen Susco, al suo esordio alla regia e già sceneggiatore di remake a stelle e strisce di The Grudge (2004) e The Grudge 2 (2006).
Sulla falsariga del già modesto Unfriended (2014), Unfriended: Dark Web è un sequel che rientra nella categoria di film che si svolgono interamente sullo schermo di un laptop, le cui vicende sono servite da un’estetica a metà tra il thriller convenzionale e lo slasher movie virtuale. La Blumhouse, casa di produzione dietro il progetto, si dimostra ancora una volta molto scaltra nel puntare su operazioni dotate di una grammatica horror ammiccante e fortemente contemporanea, ma l’originalità è davvero prossima al grado zero e i passaggi ansiogeni appaiono ora prevedibili ora forzati. Non c’è più posto per il bullismo contenuto nel primo film, mentre altrettanto spazio è assegnato a Fb, Messenger, alla comunicazione istantanea e alle sue trappole. A latitare, tuttavia, è la capacità di lavorare su dinamiche che vadano oltre il sensazionalismo macabro e pruriginoso. Nell’ambito dei cosiddetti screen life movies molto meglio aveva fatto, dal canto suo, il di poco precedente Searching (2018). Scrive e dirige Stephen Susco, al suo esordio alla regia e già sceneggiatore di remake a stelle e strisce di The Grudge (2004) e The Grudge 2 (2006).
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