Tre matricole affrontano le problematiche della vita universitaria all'interno del campus. Malik (Omar Epps) è un giovane afroamericano che paga la retta grazie alla borsa di studio per meriti sportivi; Kristen (Kristy Swanson) è una timida e insicura ragazza di Orange County; Remy (Michael Rapaport) è sfuggito alla monotonia della sua esistenza nell'Idaho, ma riscontra notevoli difficoltà nel relazionarsi con gli altri. John Singleton prosegue la propria riflessione riguardante le dinamiche razziali nella California degli anni Novanta, questa volta uscendo dal ghetto per spostarsi in un contesto sociale differente. L'università dell'odio è un film compatto e libero da tediosi ideologismi, interpretato da un cast eterogeneo e ben orchestrato. Intelligente la trovata di garantire molteplici punti di vista, scissi nella prospettiva di tre protagonisti dissimili tra loro: giova alla freschezza della pellicola e scongiura il rischio di cadere in banali faziosità. Peccato, però, che la rappresentazione degli scontri tra i gruppi etnici risulti didascalica, vittima dei consueti cliché e in contrapposizione con l'interessante caratterizzazione dei tre personaggi principali. Esordio cinematografico per la supermodella Tyra Banks, ma su tutti spicca l'interpretazione di Laurence Fishburne nel ruolo di un professore di scienze politiche.