L'ingegnere milanese Davide Vannucchi (Henry Silva) reagisce con cieco spirito di vendetta al brutale assassinio della figlia Clara (Susanna Melandri) durante una rapina. Nonostante l'opposizione della moglie Vera (Luciana Paluzzi), l'uomo tenterà con ogni mezzo di braccare ed eliminare i colpevoli senza affidarsi alle autorità. Umberto Lenzi, cantore di una violenza urbana riflesso dei disordini sociali degli anni Settanta e conseguenza della sfiducia del cittadino comune di fronte alla legge, realizza un tipico noir di vendetta chiaramente ispirato a Il giustiziere della notte (1974) di Michel Winner. Il Charles Bronson milanese è Henry Silva, volto assai frequente nel noir italiano, già diretto da Lenzi nel 1974 in Milano odia: la polizia non può sparare e più volte da Fernando Di Leo (La mala ordina e Il boss, rispettivamente nel 1972 e 1973). L'intento di realizzare un cinico western metropolitano, avente come protagonista l'uomo qualunque contrapposto alla malavita spietata e all'inerzia della giustizia ufficiale, si scontra con la prevedibilità della trama e la superficialità della costruzione dei personaggi. Inefficace il colpo di scena finale, sferzata innocua all'accondiscendenza dell'ordine precostituito, che appare come un inutile tentativo di rivitalizzare un film fiacco. Sceneggiatura di Lenzi e Dardano Sacchetti, musiche di Bruno Nicolai.