Giunto a Roma dalla Cina, il giovane Chen (Bruce Lee) si trova a dover aiutare Lao Shan (Nora Miao) a salvaguardare il suo ristorante. La mafia infatti cerca in tutti modi di appropriarsi del locale per trasformarlo in una delle principali centrali dello spaccio di stupefacenti.

Dopo il successo de Il furore della Cina colpisce ancora (1971) e Dalla Cina con furore (1972), la fruttuosa collaborazione tra Bruce Lee e il regista Lo Wei si interrompe bruscamente proprio quando un terzo film era pronto a vedere la luce. Per L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente, quindi, Bruce Lee subentrò, oltre che alla produzione, anche alla regia, alla sceneggiatura e al reparto coreografico. Ne venne fuori una pellicola che dietro la curiosa cornice romana (ma le sequenze girate nella capitale furono davvero poche) si sviluppa una storia che non si distacca dai film precedenti (i deboli subiscono i soprusi dei più forti fino all'arrivo di un paladino che li difende) ma che riesce a essere ironica, comica (il modo in cui Chen si relazione con l'occidente) e allo stesso tempo drammatica grazie a un efficace e inaspettato colpo di scena. Le sequenze di combattimento sono particolarmente curate, in primis quella che vede protagonista un giovane Chuck Norris e che Bruce Lee concepì con estrema precisione in quasi venti pagine di sceneggiatura.