Valzer con Bashir
Vals Im Bashir
2008
Paesi
Israele, Francia, Germania, Usa, Finlandia, Svizzera, Belgio, Australia
Generi
Documentario, Animazione, Biografico
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Ari Folman
Una sera, in un bar, un amico di vecchia data di Ari Folman racconta un orribile sogno, nel quale ci sono ben ventisei cani feroci che lo tallonano. Una visione legata a doppio filo, con ogni probabilità, alla Prima guerra del Libano, un conflitto nel quale entrambi combatterono insieme e furono commilitoni. I ricordi del regista somigliano però a una nebbia indistinta, per cui l'uomo inizia a mettersi sulle tracce del suo passato per farlo tornare alla luce.
Un'opera di impressionante sostanza e maturità, quella di Folman, israeliano discendente da una famiglia di ebrei polacchi sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz durante l'Olocausto. Un film d'animazione che si fa carico di un linguaggio adulto, drammatico e problematico e che, partendo da un'amnesia personale simile a una rimozione volontaria, provvede a dar voce alla concretezza di una strage rimossa a più livelli e da più parti. L'eccidio dei campi profughi di Sabra e Shatila, un massacro al quale lo stesso Folman assistette in prima persona e con i propri occhi prestando servizio presso le milizie dell'esercito israeliano, assume in Valzer con Bashir tutta la sconcertante tridimensionalità di una verità conosciuta ed esperita, un buco nero della Storia che negli anni non si è mai riassorbito nella mente dell'autore. Un'animazione livida e priva di echi fanciulleschi e fiabeschi, che evita la retorica del parlarsi addosso e dello storicismo rivisitato da filtri personalistici, lasciando parlare invece, molto spesso in sua vece, una ricostruzione per immagini profondamente poetica e incredibilmente tetra. Lavorando, benissimo, sull'anamnesi del regista, che tenta attraverso una raccolta di elementi di farsi largo nella selva delle proprie nevrosi, oscillando tra reportage e war movie intimista. «Più notizie riesci ad acquisire e più ti avvicinerai alla verità. E allora, forse, riuscirai a capire quale sarà il tuo ruolo»: una pellicola che non teme nessun discorso sulla rappresentabilità dell'orrore né la trasfigurazione dei suoi stessi ricordi. Splendide le illustrazioni simili a fumetti e la grafica realistica ma profondamente personale, così come la colonna sonora che unisce musica classica e musica rock anni '80. Sconvolgente il finale, con l'animazione che lascia il posto alla cruda realtà documentaria dei filmati d'archivio. Presentato in concorso al Festival di Cannes e nominato all'Oscar come miglior film straniero.
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