Dopo aver abbandonato il mondo del crimine, Frank James (Henry Fonda) si è ritirato a vita privata con un falso nome. Quando gli assassini di suo fratello Jesse, Bob e Charlie Ford (John Carradine e Charles Tannen), vengono graziati, Frank medita vendetta grazie all'aiuto del suo giovane amico Clem (Jackie Cooper). Nel frattempo la storia di Frank suscita l'interesse di Eleanor Stone (Gene Tierney), figlia del direttore di un importante quotidiano che cerca di farsi strada come giornalista.

Seguito di Jess il bandito (1939) di Henry King e primo film a colori (nonché primo western) per Fritz Lang. Il regista tedesco mette in scena una storia di vendetta ma, per una volta, lascia da parte il pessimismo tipico della sua produzione, assumendo Frank James come modello morale. Subita un'ingiustizia e malgrado l'incompetenza degli uomini di legge, Frank persevera nel suo obiettivo di vendetta e risponde alla violenza e al sopruso con l'intelligenza e la determinazione. Curioso anche il tono umoristico che di tanto in tanto affiora e che cerca di dare (con risultati, a dir la verità, piuttosto alterni) ai personaggi e alla storia una dimensione più umana e meno drammatica. Ottimo l'uso pittorico e per certi versi sperimentale che Lang fa del colore, mentre a rimanere impressi nella memoria dello spettatore sono la vivace sequenza del processo e il volto della splendida (e sfortunata) Gene Tierney, qui al suo esordio su grande schermo. Alcuni passaggi, però, risultano un po' fiacchi e ancor meno ispirati. Molto liberamente ispirato a vere vicende: in realtà Frank James si arrese a pochi mesi dalla morte del fratello e non fu coinvolto in alcun modo nell'uccisione dei fratelli Ford.